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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Diciotti, la nave della discordia: braccio di ferro tra istituzioni

Nessuno sbarco, ancora, da nave Diciotti, arrivata alle 23.30 circa di due giorni fa nel porto di Catania. Le istituzioni sono ancora impegnate in un braccio di ferro, e i migranti aspettano di poter essere accolti nel loro settimo giorno a bordo della nave

Nessuno sbarco, ancora, da nave Diciotti, arrivata alle 23.30 circa di due giorni fa nel porto di Catania con 177 migranti soccorsi al largo di Lampedusa. I profughi, è la linea adottata, non potranno lasciare il pattugliatore della Guardia Costiera in attesa della ripartizione tra i Paesi del'Unione europea dei migranti soccorsi. Anche questa mattina sul molo di Levante è presente solo personale della guardia costiera, della polizia di Stato, della guardia di finanza e dei carabinieri, nessun volontario o appartenenti alla Protezione civile per l'assistenza allo sbarco. 

Panni stesi sul ponte e coperte sulla nave | VIDEO

Dopo la manifestazione di ieri, condotta dalla rete anti-razzista catanese e da altre associazioni, questa mattina è stato il turno delle cooperative che operano nell'accoglienza. Proprio loro hanno espresso in modo pacifico il loro pensiero, arrivando all'inizio del molo di Levante ed esponendo dei cartelli. I rappresentanti delle cooperative hanno chiesto che i migranti a bordo della Diciotti vengano fatti sbarcare e si sono detti disponibili per accoglierli e dare il primo soccorso in attesa della scelta del governo italiano e dell'Unione Europea. La protesta è stata commentata in modo ironico dal ministro Salvini che, su Twitter, ha scritto: "A Catania sono arrivati anche i 'numerosissimi' contestatori che vogliono ancora immigrati...Glielo mandiamo un bacione?".

"Fate sbarcare almeno i bambini" | VIDEO 

La Procura: "Fare scendere i minori"

Intanto, la Procura di Catania ha aperto un fascicolo 'atti relativi', senza reati, sulla notizia, di ieri, dell'approdo di nave Diciotti nel molo di Levante con 177 migranti. Lo hanno firmato il procuratore aggiunto Marisa Scavo e il sostituto Andrea Bonomo. L'inchiesta principale resterà comunque quella aperta dalla Procura di Agrigento, Luigi Patronaggio, sul tentativo di sbarco di un barcone con 190 profughi a Lampedusa, e sugli interrogatori di 13 delle persone arrivate a Porto Empedocle per evacuazione medica e sentite dalla squadra mobile di Agrigento e dalla guardia Costiera. 

La procura per i minori di Catania, inoltre, ha inviato una lettera al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, al capo Dipartimento per le Liberta' civili e l'immigrazione, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, e al prefetto di Catania, nella quale si chiede che i 29 minorenni non accompagnati presenti sulla nave Diciotti e segnalati dal team Unicef-Intersos, siano fatti sbarcare, evidenziando che "sono stati elusi i loro diritti, tra cui il divieto di respingimento, essere accolti in strutture idonee, avere un tutore, presentare domanda di protezione internazionale e di essere ricongiunti ad eventuali parenti regolarmente soggiornanti in altri stati europei". La procura attende riscontro "per poter avviare il procedimento a tutela dei minorenni presso il Tribunale per i minorenni cosi come previsto dalle normative vigenti

La manifestazione della rete antirazzista catanese | VIDEO  

Il governo e il presidente della Camera

Dal punto di vista nazionale, tuttavia, il braccio di ferro tra il Movimento 5 Stelle e la Lega sembra non essere ancora risolto. Se, da un lato, il ministro Toninelli aveva deciso l'approdo nel porto di Catania, il suo collega Matteo Salvini ha predisposto l'alt alle operazioni di sbarco. Nel pomeriggio si aggiunge la voce del presidente della Camera Roberto Fico che ha chiesto all'esecutivo di risolvere la situazione e fare scendere i migranti dalla nave. "La giusta contrattazione con i Paesi dell'Unione europea può continuare senza alcun problema, - scrive il presidente su Twitter - adesso però le 177 persone, tra cui alcuni minori non accompagnati, devono poter sbarcare. Non possono essere più trattenute a bordo, poi si procederà alla loro ricollocazione nella Ue". 

La posizione della Commissione Europea

Per la Commissione Europea è "un imperativo umanitario" trovare una "rapida soluzione" alla vicenda della nave Diciotti, bloccata al porto di Catania, "per permettere di sbarcare alle persone che si trovano a bordo". Lo ha detto una portavoce della commissione Tove Ernest, ribadendo che da domenica scorsa, su richiesta delle autorità italiane, "siamo contattando stati membri per provvedere al coordinamento, al sostegno ed anche dare il nostro contributo ad una rapida soluzione a questa soluzione". "Questo lavoro è ancora in corso", ha aggiunto la portavoce facendo intende che non si sono ancora offerti Paesi della Ue per accogliere parte dei 177 rifugiati a bordo della nave della Guardia Costiera italiana. "Stiamo parlando di persone, oltre 170 persone, e la priorità di tutti dovrebbe essere naturalmente che queste persone ricevano l'assistenza di cui hanno bisogno", ha concluso la portavoce.

Il commento dell'ex sindaco Bianco

"Quello che sta accadendo nel Porto di Catania ha dell’incredibile". Così Enzo Bianco, già sindaco di Catania, nel commentare la situazione della nave Diciotti, con a bordo 177 migranti, bloccati nel porto del capoluogo etneo. "Una assurda, irrazionale dimostrazione di forza, in spregio a tutte le regole - continua Bianco - Una nave della Guardia Costiera italiana che ha fatto il suo dovere, morale prima che giuridico, di salvare vite umane, è ancora praticamente in quarantena. Sono salito su quella nave decine di volte. Ho visto l’umanità dei nostri marinai. I catanesi si sono mobilitati per portare gli arancini ai migranti segregati. Mi unisco all’appello. Manifestiamo in ogni modo lecito la nostra indignazione e la nostra umanità. Quella di una Città che ha saputo affrontare con dignità l’emergenza immigrazione quando era veramente un’emergenza ed eravamo soli. Non oggi - conclude Bianco - che è soprattutto un’occasione per mostrare i muscoli anziché la testa e il cuore".

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