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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Nel Pd i "dissidenti" alzano la voce, il sindaco Puglisi: "Nuove nomine ma vecchie logiche"

Il primo cittadino di Piedimonte Etneo critica aspramente il nuovo corso dem. A breve alcuni circoli si incontreranno per fare il punto sulle criticità interne

Dentro il Pd, per dirla con Vasco Rossi, c'è qualcuno "che dice no". Dice no a una gestione del partito finita nel mirino ormai da anni. Uno dei più grandi partiti italiani a Catania non ha nemmeno un gruppo in consiglio, non è riuscito a "distinguere" il legame con la Cgil e i suoi esponenti, non ha effettuato un ricambio nella classe dirigente e non riesce ad aggregare. Così, dopo la recente nomina di Angelo Villari a segretario provinciale e di Ersilia Saverino a presidente dell'assemblea provinciale, qualche circolo dalle parti dell'Etna ha iniziato a organizzarsi per chiedere "dialogo" e condivisione nelle scelte. Una condivisione che pare non esserci stata nelle recenti scelte democratiche che, secondo alcuni, sarebbero state ben poco "democratiche".

Il sindaco di Piedimonte Etneo Ignazio Puglisi ha espresso su Facebook il suo "disappunto" da neo tesserato del Pd, visto che - come ci dice - ha preso la tessera proprio quest'anno.

"Si pensava che con Zingaretti il corso del Pd fosse diverso - spiega Puglisi - ma al momento non sembra esserci un cambiamento. C'è una lamentela diffusa per le scelte operate dal partito in provincia, la base è stata bypassata nella individuazione delle componenti del direttivo provinciale e i circoli non sono stati sentiti come prevede invece il regolamento".

Il primo cittadino dem vorrebbe più democrazia e percorsi condivisi eppure le parole degli esponenti del Pd appena nominato parlano, come il politichese vuole, di "dialogo" e "apertura al territorio". Domani i vari rappresentanti dei circoli di Piedimonte Etneo, Linguaglossa e Fiumefreddo si incontreranno per fare il punto proprio su questa situazione.

"Sembra un copione stantio - prosegue il primo cittadino - e vogliamo lanciare un sasso nello stagno perché il Pd non può essere una struttura che opera solo sotto elezioni. Si è persa la natura del partito di sinistra che sta sul territorio e che si confronta con la gente. Vogliamo correggere la rotta e rappresentare le nostre idee: la sensazione è che, al momento, prevalga l'interesse personale rispetto l'interesse del partito".

Così, probabilmente, si aprirà un dibattito all'interno del Pd catanese scosso negli ultimi tempi da parecchi movimenti tellurici che lo hanno reso sempre meno "rilevante" e con un dibattito interno pressoché assente, almeno sino ad oggi.

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