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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni comunali 2023

Avvocato Lipera: "Ho deciso di candidarmi a sindaco di Catania, semplicemente per fare del bene ai catanesi"

"Io dico basta ai politici di professione, basta all’incompetenza generale fondata sullo schifoso clientelismo che ha contribuito a rendere Catania una città perduta". Con queste parole il noto penalista Giuseppe Lipera annuncia la sua candidatura a sindaco di Catania

Elezioni comunali a Catania sempre più vicine. Mentre impazza il toto-nomi in relazione alle diverse fazioni partitiche, emergono anche candidature inaspettate apparentemente slegate dagli attuali assetti politici. Ecco che il noto avvocato catanese Giuseppe Lipera si candida a sindaco di Catania. "A dire il vero me lo hanno richiesto in molti, tutto nasce da lì: la città oggettivamente è sull’orlo del disastro, per cui alla fine mi sono lasciato convincere, ricordandomi del vecchio detto 'cu avi chiu Sali conza a minestra' - spiega l'avvocato a CataniaToday - Per cui eccomi qua, valutando peraltro le mie passate esperienze politiche. Fui consigliere comunale a Catania, subentrando al dimissionario Marco Panella, che conobbi grazie alla amicizia col compianto Enzo Tortora, dal 1988 al 1992, nonché assessore al personale e allo spettacolo, sotto la sindacatura di Guido Ziccone, dalla fine del 1989 agli inizi del 1991, sino a quando il 5 febbraio del 1992 fondai il Movimento Popolare Catanese di De Felice memoria. Quindi, dopo un lungo percorso di impegno politico e professionale, accogliendo le istanze disinteressate di conoscenti e amici, ho deciso di candidarmi, semplicemente per fare del bene ai catanesi".

Quali progetti in vista di questa campagna elettorale?

"Incontrare per le strade quanti più cittadini possibile, specialmente coloro che vivono nei quartieri poveri e degradati. Ascoltarli, capire sempre di più le loro esigenze e aspettative per studiare insieme le risposte e le soluzioni possibili a cui aspirano. Nel contempo farmi conoscere e rappresentare le mie idee e il mio modo di intendere la politica cittadina e di agire".

Cosa può dare di diverso alla città l'avvocato Giuseppe Lipera?

"Agire senza alcun pregiudizio. L’idea è innanzitutto quella di un risanamento generale, prendendo spunto dalla mia esperienza di vita, dal fatto che sono catanese, figlio di catanesi e padre e nonno di catanesi. Da 43 anni indosso la toga di avvocato, ritengo di possedere l’esperienza umana necessaria per rivestire questo incarico di altissima responsabilità. Di diverso, propongo di non lasciarmi mai condizionare da sterili contrapposizioni ideologiche per fronteggiare le tante emergenze che tutti sanno e vedono con i propri occhi quotidianamente. Vorrei riuscire a fare abbracciare il popolo con i nobili, per una pacificazione reale e produttiva della società catanese".

Quali sono le emergenze principali da affrontare e i punti salienti di un ipotetico programma da candidato sindaco?

"Ordine, pulizia e storia. Affrontare le questioni importanti e urgenti dei rifiuti, della viabilità, della manutenzione di strade e marciapiedi e della cultura. Catania è la patria di Vincenzo Bellini, ma anche di Luigi Capuana e Federico De Roberto nonché di Angelo Musco e Turi Ferro. Ovviamente anche grandi opere ma è inutile parlarne se non dopo che siamo riusciti a realizzarle. Se potessi bloccherei la realizzazione del Tribunale Civile al viale Africa. Catania deve divenire una città sul mare, cosa che oggi non è".

Come vede la città in questo momento, distinto fino a ieri da un vuoto istituzionale senza precedenti con la vicenda che ha riguardato l'ex commissario straordinario?

"Come la vedono tutti: siamo tutti orfani; non c’è nessuna guida né alcun punto di riferimento, questa è la ragione principale che dovrebbe indurci tutti ad intervenire. Spero tanto che alle prossime elezioni comunali vadano a votare quasi tutti i cittadini. Non votare significa rinunciare a combattere per il nostro risorgere e il nostro riscatto. Io dico basta ai politici di professione, basta all’incompetenza generale fondata sullo schifoso clientelismo che ha contribuito a rendere Catania una città perduta. È venuta l’ora della rinascita per cui tutti insieme i catanesi dobbiamo gridare 'fuori i mercanti dal tempio'!"

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