Forzese, l'arresto, il silenzio di Pogliese e il logo di #diventeràbellissima
L'arresto dell'ex deputato regionale provoca imbarazzo nel centro-destra: gli ambienti di Pogliese non commentano, mentre da #DiventeràBellissima viene smentita l'adesione di Forzese al partito
La scena "inquietante" - così come la definiscono i magistrati - in cui si vede Marco Forzese prendere il fascicolo con le sanzioni per l'imprenditore dei tabacchi Calderaro dal tavolo del presidente dell'Ispettorato del Lavoro per poi inserire il documento nella giacca del suo "grande elettore", resterà ormai nella storia della cronaca politica locale. Vecchia gloria democristiana, l'ex deputato regionale è infatti uno tra i volti noti dello scenario amministrativo locale e, dopo aver supportato la destra come la sinistra - è stato in passato vicino a Rosario Crocetta e Beppe Lumia - ha ultimamente dichiarato il suo appoggio alla candidatura a Sindaco di Salvo Pogliese.
Il video che incastra Marco Forzese
Le accuse a Marco Forzese
Vicino al movimento del presidente Nello Musumeci, #DiventeràBellissima, Forzese aveva inaugurato a fine marzo il comitato elettorale del suo nuovo progetto politico, LavoriAmo Catania. Formazione 'benedetta' dalla presenza dell'assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza e dal candidato Salvo Pogliese. "Oggi inizia una nuova entusiasmante avventura politica - scriveva Forzese il 24 marzo scorso - Grazie ai tantissimi amici intervenuti questa mattina per inaugurare il nostro laboratorio politico LavoriAMO Catania. Tutti noi, insieme all’amico Ruggero Razza, sosteniamo il candidato Sindaco Salvo Pogliese per contribuire a rendere Catania Bellissima".
La notizia dell'arresto, tuttavia, non scompone più di tanto gli ambienti di Salvo Pogliese, nei quali vige l'ordine del silenzio più assoluto e si preferisce la strada del "no comment". Nonostante la presenza nel logo di LavoriAmo Catania di quello di #DiventeràBellissima, invece, dall'area di Nello Musumeci viene smentita una formale adesione di Forzese al movimento. Pur ammettendo un dialogo e degli incontri, gli uomini del governatore hanno spiegato che l'ingresso non è mai avvenuto anche perché "il presidente ha imposto di saltare un turno per chi, alle scorse elezioni regionali, era stato candidato all'interno del centro-sinistra". E giustificano la presenza del logo come una scelta spontanea dell'ex deputato.