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Assolto l'ex vice sindaco di Caltagirone Sergio Gruttadauria: "Fine di un incubo durato 5 anni"

Era stato il consigliere più votato ed era stato nominato assessore ai Lavori Pubblici. La denuncia di un dirigente gli ha fatto scontare un lungo calvario giudiziario che si è concluso con una piena assoluzione - richiesta dallo stesso pm - poiché il fatto non sussiste

Ha conosciuto la gogna dei media dopo la notizia del rinvio a giudizio, l'amarezza di doversi dimettere da un incarico prestigioso che aveva sempre sognato e la difficoltà delle lungaggini della giustizia italiana. Ma alla fine Sergio Gruttadauria ha dimostrato la sua piena innocenza e ha terminato un lungo calvario giudiziario. Partiamo dall'inizio: siamo a Caltagirone e nel 2016 le amministrative che hanno incoronato sindaco Gino Ioppolo per il centro destra hanno visto altresì Sergio Gruttadauria, di Forza Italia, quale consigliere più votato in città con oltre 900 preferenze. Un risultato che gli ha consentito di ricoprire il ruolo di vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici. L'incubo per Gruttadauria inizia con l'esposto di un dirigente del Comune che lo avrebbe accusato di tentata induzione indebita: secondo il burocrate dall'assessore sarebbe arrivata una richiesta di chiarimenti "intimidatoria" sulla posizione di una azienda esclusa da un albo. Per Gruttadauria non c'era nulla di vero, ma era una semplice richiesta di chiarezza a seguito delle richieste di un imprenditore che voleva capire le ragioni dell'esclusione. Così nel novembre del 2019 arriva il rinvio a giudizio per il politico di Caltagirone che decide immediatamente di dimettersi dalle cariche di vice sindaco e assessore. Soltanto ieri, 21 luglio, si è concluso il suo calvario: è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. 

- Gruttadauria ha scritto un lungo post su Facebook su questa vicenda. Cosa prova oggi, a freddo?

"Chiaramente è la fine di un incubo iniziato quasi 5 anni fa. Un incubo che mi ha costretto alle dimissioni, un incubo che ha pesato sulla mia famiglia e che mi ha sconvolto la vita. Un incubo che si è riverberato nella gogna mediatica dopo il rinvio a giudizio. Vieni visto, in automatico, come colpevole, come se già ci fosse una sentenza. Ho sempre avuto fiducia nella magistratura e non bisogna mai perdere la speranza. Di certo ci sono momenti in cui si mette in discussione tutta la propria vita. Sono andato avanti grazie ai miei familiari, agli amici veri, alla vicinanza del gruppo consiliare".

- Chi le è stato più vicino e chi, invece, l'ha delusa?

"Come dicevo la famiglia in primis mi è stata accanto. Parlando degli amici veri non posso non citare Marco Falcone che è anche il mio avvocato. Mi ha dato sempre forza stimolandomi ad andare avanti. Mi aspettavo di più da qualcuno della coalizione...Però ho trovato grande correttezza istituzionale da parte dei consiglieri di maggioranza e anche di opposizione che non hanno mai strumentalizzato politicamente la vicenda e ho ricevuto tanti attestati di stima da parti politiche lontane dalla mia".

- Il suo incubo inizia per una banale richiesta di informazioni a un dirigente...

"Sì, sono stato accusato di tentata induzione indebita a seguito della sua denuncia. I fatti sono semplici: ero in ufficio in Comune e sentivo parlare in maniera concitata. Quindi mi sono informato sulla situazione e c'era un imprenditore che chiedeva dei chiarimenti sull'esclusione o meno da un albo. Ho semplicemente chiesto al dirigente di fornire i chiarimenti richiesti. A distanza di due mesi il dirigente ha sporto denuncia per una semplice richiesta di chiarimenti e da lì è iniziato tutto. Adesso è stato tutto chiarito tanto che lo stesso pm ha chiesto l'assoluzione perché il fatto non sussiste, ai sensi dell’art. 530 c. 1. Quando c'è una richiesta del genere, da parte del pm, vuol dire che questo era un processo che non doveva nemmeno iniziare...".

- Si parla tanto di giustizia in questo periodo: sia delle sue distorsioni sia dei tentativi di riforma. Alla luce della sua esperienza cambierebbe qualcosa nel nostro sistema?

"Io ho avuto la fortuna di trovare magistrati scrupolosi e professionali che hanno lavorato per cercare la verità. La mia paura era che essendo un politico potesse esserci qualche preconcetto ma non è stato affatto così. A Caltagirone ci sono sostituti procuratori validissimi e un ottimo sistema giudicante con in testa la presidente Giovanna Scibilia, presidente dell’organo collegiate che ha emesso l’assoluzione. Sulla giustizia in generale è chiaro che ci sono cose da migliorare , come ad esempio il ruolo del gup. Il rinvio a giudizio deve essere basato su prove tangibili ciò a favore sia degli imputati sia a favore della società che chiede giustizia. Purtroppo spesso i magistrati hanno una mole di lavoro enorme e anche questo aspetto andrebbe rivisto per un miglioramento generale del sistema".

- Si parla di lei come candidato a sindaco. Proprio i sindaci sono i politici più esposti e dopo la sua disavventura la domanda sorge spontanea: chi glielo fa fare?

"E' una bella domanda, specie dopo quello che è accaduto. Ho avuto modo di riflettere a mente fredda sulla richiesta fatta dal partito, Forza Italia, e mi spinge l'amore per la città e la voglia di dare il mio contributo. Adesso, con l'animo sereno, voglio continuare a mettermi a disposizione di Caltagirone".

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