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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Legge Severino: Fratelli d'Italia non sosterrà l'abrogazione e si apre il "caso" Catania

Il sindaco Pogliese è sospeso proprio a causa degli effetti della norma ma i Meloniani hanno dichiarato che non sosterranno la proposta al referendum per eliminare la legge. Arriva subito il consigliere Di Salvo a punzecchiare chiedendo le dimissioni del primo cittadino

Un dibattito nazionale che si sposta, pesantemente, sul piano locale. E' quanto accaduto nelle ultime ore in merito al prossimo referendum sulla giustizia - promosso da Partito Radicale e Lega - che contiene anche il quesito relativo alla abrogazione della legge Severino. La stessa legge che ha "colpito" il primo cittadino di Catania con ben due sospensioni, l'ultima risalente a qualche settimana addietro. Si è aperta una contraddizione: il sindaco più rappresentativo di Fratelli d'Italia (Pogliese guida la nona città d'Italia) più volte era intervenuto sulle criticità della legge ma il suo partito non sosterrà la proposta referendaria. Infatti i meloniani hanno dichiarato che sosterranno solo 2 questi, quelli relativi alla separazione delle funzioni dei magistrati e all'eliminazione delle liste di presentatori per l'elezione dei togati del Consiglio superiore della magistratura. 

ll deputato di FdI Andrea Delmastro ha detto che se la legge Severino venisse abolita si lascerebbe una eccessiva "discrezionalità ai giudici" in quanto sarebbero loro "a decidere caso per caso". Non sono mancati i rilievi critici da parte di chi si oppone al sindaco come Salvo Di Salvo che non ha perso tempo e ha diramato una nota al vetriolo: "Ore contate sulle dimissioni del Sindaco Salvo Pogliese, il no di Fratelli D'Italia alla abrogazione della Severino. E' sorprendente la posizione del partito del sindaco che, come si legge dai comunicati stampa, appoggerà solo due dei quattro quesiti dei referendum sulla giustizia".

"È chiaro: Fratelli D'Italia molla il Commissario Regionale Sindaco di Catania Salvo Pogliese senza la copertura politica anche del suo partito ne esce fortemente indebolito da questa vicenda e siamo sempre propabili le sue imminenti dimissioni", ha aggiu nto Di Salvo. Di certo la posizione del partito "cozza" contro le aspettative di Fratelli d'Italia sul piano locale, anche se - a onor del vero - poter raggiungere il quorum previsto solo con questi quesiti sarà impresa ardua. Il Pd ha presentato una proposta per la modifica della legge dopo che uno dei suoi amministratori, il sindaco di Reggio Falcomatà, è stato toccato dalla sospensione.

Si agisce solo se ci si scotta. Eppure la legge Severino venne approvata sull'onda giustizialista che qualche anno aveva travolto l'Italia. Purtroppo una norma che contraddice il garantismo, visto che in Italia si ha la presunzione d'innocenza sino al terzo grado di giudizio. 

"La Severino va abolita"

"La Severino va abolita perché lede i diritti delle persone, ho pagato sulla mia pelle l’assurdità di questa legge. Mi dispiace che il mio partito la pensi diversamente. Queste sono vicende che non riuscirai mai a comprendere se non ti toccano personalmente", ha dichiarato al Riformista il consigliere regionale campano di FdI Marco Nonno anch'egli sospeso a causa della legge Severino a seguito di una vicenda giudiziaria molto lunga e in attesa di sentenza definitiva.

Pogliese non ha ancora commentato ma alle falde dell'Etna sono molte le perplessità sulla scelta del partito che, comunque, potrebbe sostenere le modifiche chieste dal Pd nelle aule parlamentari. A commentare puntalmente la situazione è stato Antonio Coniglio, di Nessuno Tocchi Caino: " Io non capisco come faccia Fratelli d’Italia ad esprimersi in senso contrario al superamento della Severino. Pagando il sindaco di Catania, di quel partito, il sindaco di una delle città più importanti d’Italia, da presunto innocente, un prezzo indecente, indegno, surreale. Pagando quel prezzo una comunità".

"Ancora si attendono le motivazioni della sospensione prefettizia - prosegue - Secretati. Sono diventati “arcana imperii”. Nel silenzio generalizzato e nelle strumentalizzazioni vigliacche degli avversari politici nei confronti del sindaco. Altro che trasparenza, accesso generalizzato. C’è il segreto di stato. Fratelli d’Italia a livello nazionale non solo non vota il referendum ma non apre subito una riflessione sul fatto che il ministero dell’interno ha assunto un provvedimento amministrativo, entrando a gamba tesa su un provvedimento giurisdizionalizzato, su cui un giudice si era riservato di decidere. Lo stesso giudice legittimato che si era rivolto alla Consulta. Come fa la Meloni a non chiedere conto di ciò? Dovrebbero farlo tutte le forze politiche, se vi fosse un briciolo di onestà intellettuale".

Poi l'affondo di Coniglio: "Non è una classe dirigente quella che si comporta così. Roba da Bolivia. E neanche una parola, se non da pochi. Qui non si parla del merito del processo di Pogliese, che si svolge nelle aule di un tribunale, ma di altro. Una volta, dalle parti del Msi (che era comunque un movimento serissimo, imparagonabile alla destra attuale), si diceva “se uno ruba deve andare in galera, se è uno dei nostri deve avere l’ergastolo. Il punto è che Pogliese è un presunto non colpevole. Non un condannato. Ed è stato espropriato dal suo ruolo di sindaco. Da un provvedimento amministrativo. A Catania è successa una cosa incredibile per la democrazia. Il silenzio come sempre conviene".

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