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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Salvo Pogliese, il sindaco dimissionario "a tutto campo" su quattro anni di amministrazione

"Ricoprire il ruolo di sindaco sospeso non lo auguro a nessuno". Con queste parole, il primo cittadino fresco di dimissioni commenta l'ultimo periodo di una sindacatura travagliata: i traguardi raggiunti, le polemiche sull'opportunità politica e la candidatura a Roma

Sindaco, la possiamo ancora chiamare così? "Per altri venti giorni, certo". Salvo Pogliese, sindaco dimissionario e sospeso in virtù della legge Severino, tutto voleva tranne lasciare la fascia tricolore. Anche se i rumors direbbero altro. La voce è roca quando risponde al telefono e l'entusiasmo che lo distingueva da sindaco sembra già un ricordo lontano. Eppure la crisi di governo, con la conseguente indizione delle elezioni politiche, ha imposto un'accelerazione alle dimissioni da primo cittadino. O, almeno, questo è quanto raccontano gli uomini più vicini a lui: dai fidatissimi ai meno fidati lo danno tutti in lizza per una poltrona a Roma.

Prima sembrava più vicina una sua candidatura alla Camera dei deputati, ma adesso a farsi più insistente è la corsa a Palazzo Madama. Ipotesi che, sebbene siano caldeggiate dai più, non trovano ancora la conferma ufficiale del diretto interessato, interperpellato da CataniaToday dopo avere rassegnato le dimissioni, in quella che è stata una travagliata sindacatura che lo ha visto destinatario della sospensione dalla carica per effetto della Legge Severino, a seguito della condanna per peculato riportata in primo grado nell'ambito del procedimento "Spese pazze all'Ars".

"Una scelta sofferta", quella delle dimissioni, l'ha definita Pogliese. Il passo indietro diventerà definitivo tra venti giorni. Da un palazzo all'altro, nel frattempo tengono banco pure le dimissioni del presidente della Regione Nello Musumeci. Già nell'aria da settimane, le dimissioni del presidente giocano un ruolo anche per il comune di Catania, dove adesso si attende il decreto di commissariamento. Il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia non si sbilancia, ma non perde l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. E ne approfitta per fare il punto sui traguardi raggiunti. 

Prima la sospensione per effetto della condanna per peculato ai sensi della Legge Severino, adesso le dimissioni. Sindaco come sta?

"Le dimissioni sono state dolorose, ma la scelta era stata ponderata da tempo ed era doverosa. Tra gli addetti ai lavori tutti sapevano che sarebbe stata a luglio, a me dispiace soltanto che per pura coincidenza astrale siano capitate in concomitanza con la crisi del governo Draghi che, non solo era inimmaginabile, ma ha dato adito ad alcuni di adottare un atteggiamento sleale. Sentire alcune parole da parte di chi ha contribuito a regalarci il dissesto fa sorridere, soprattutto se si considera che erano i primi a sapere cosa sarebbe accaduto, ma in politica e nella vita sia la gratitudine che la lealtà sono degli optional. Non è una novità, certo. Però, per chi come me ha fatto sempre della lealtà un elemento discriminante, tutto ciò procura amarezza".

Eppure le dimissioni le sono state richieste da più parti già da giugno: non solo dall'ex sindaco Enzo Bianco del Partito democratico, ma anche tra le fila della Lega, in particolare di Prima l'Italia con il consigliere Giuseppe Gelsomino. 

"Su questo le dico che riferirò di illustri esponenti vicini a Sammartino che hanno tentato di convincermi a non fare quella scelta, ma in politica molti recitano delle commedie. In quella fase ero molto combattuto, ho posticipato le dimissioni nell'interesse assoluto dei catanesi, avremmo rischiato di perdere i fondi del Pnrr, non avremmo potuto accelerare con i progetti del Pon Metro e del Patto per Catania. Poi mi sono confrontato con gli assessori e ho capito che non dovevamo interrompere in quel momento: ricoprire il ruolo di sindaco sospeso non lo auguro a nessuno".

Pare che le elezioni politiche del 25 settembre abbiano costretto Giorgia Meloni a una chiamata alle armi dei Big siciliani. I giornali la danno in lizza per Roma, tra Camera e Senato, ma le voci propendono per Palazzo Madama. Il comunicato con cui annuncia le dimissioni, però, non ne fa alcuna menzione. Come stanno le cose?

"Queste sono schiocchezze. Nei giorni scorsi c'è stato un incontro con Giorgia Meloni ma non si è parlato assolutamente di Camera e Senato. Si è ratificato solo il percorso all'interno del partito, abbiamo stabilito di predisporre il programma, perché la crisi di governo è avvenuta in modo repentino e ci si deve organizzare. L'onorevole Meloni sta combattendo una battaglia che sicuramente non sarà semplice e per la quale ci vorrà l'impegno di tutti, non so cosa succederà da qui alla prossima settimana quando la formazione delle liste entrerà nel vivo, ma per il momento non c'è alcuna mia candidatura al Senato". 

Da Palazzo degli Elefanti a palazzo d'Orleans, a tenere banco sono le dimissioni del presidente della Regione Nello Musumeci. Dai rumors pare che siano previste la prossima settimana, dopo l'emanazione del decreto di commissariamento per il comune di Catania...

"Musumeci farà le scelte che riterrà opportune ma in ogni caso gli adempimenti formali e sostanziali, anche se il presidente dovesse dimettersi prima, si continuano a portare avanti da chi farà le veci di Musumeci. Come è accaduto in Giunta dove a prendere il mio posto è stato Roberto Bonaccorsi". 

Molti le rimproverano di lasciare la città nel momento più difficile, con l'aumento della Tari che arriverà il prossimo mese tra i banchi del Consiglio. Sul punto il senato cittadino ha più volte tacciato di inerzia l'amministrazione per la poca solerzia nell'intavolare le trattative con la Regione e scongiurare l'aumento. 

"Io avevo già deciso di dimettermi a giugno, ho posticipato la decisione a luglio per l'avvio dei cantieri alla zona industriale dove abbiamo triplicato gli stanziamenti e per i lavori in circonvallazione. Sulla questione Tari la tegola deriva dall'aumento dei costi del conferimento in discarica da poco più di cento euro a tonnellata a 240 euro. La normativa impone che tutto quello che determina il costo complessivo del conferimento in discarica deve essere inserito nel piano economico finanziario. In passato questo non è stato fatto, determinando debiti aggiuntivi di un miliardo e mezzo di euro e quindi il dissesto. Adesso però, grazie al nucleo antievasione abbiamo recuperato cinque milioni di euro provenienti dal mancato gettito degli evasori totali, e dalla Regione ne dovrebbero arrivare altri venti. Con queste somme proveremo a ridurre l'aumento della tassazione. Sulle interlocuzioni con la Regione rispingo tutto al mittente. Ho parlato con il presidente Musumeci in almeno tre occasioni, si è operato in tal senso con Armao, ma la coperta è corta. Pensi che noi abbiamo chiesto 16 milioni e Palermo 18. Stiamo cercando una soluzione per la quale si potrebbe ricorrere anche a un aiuto da Roma". 

Parallelamente alle sue dimissioni, in Consiglio comunale si è registrato qualche scossone. Francesco Saglimbene da Fdi è transitato alla Lega e Santi Bosco ha abbandonato MuovitItalia e raggiunto i consiglieri Grasso e Russo in Fdi. Lo storico gruppo in quota Pogliese non esiste più e i due transfughi andranno al Misto. 

"A me il passaggio non preoccupa. Abbiamo tre liste civiche e una dozzina di consiglieri, poi c'è Diventerà bellissima. Non è un problema Saglimbene, abbiamo la maggioranza. E andrebbe detto anche altro. Abbiamo ereditato una situazione surrueale e siamo pian piano risuciti a risalire la china con progetti qualificanti per il settore turistico, per cui deteniamo il record nel 2019 e i dati del 2022 sono in crescita del 15 per cento rispetto all'anno record. Abbiamo fatto diversi passi avanti sul piano scolastico, sportivo e culturale: con un milione di euro abbiamo organizzato un ricco cartellone di eventi. Abbiamo fatto quello che non è mai stato fatto a Catania: tre concerti sold out, 47mila paganti, iniziative a costo zero per i catanesi grazie alla tassa di soggiorno, le sponsorizzazioni con una intensa sinergia con i privati che ha fatto risparmiare al Comune milioni di euro. Per quanto attiene ai lavori pubblici, abbiamo triplicato gli stanziamenti alla zona industriale e avviato i lavori per il rifacimento della circonvallazione. Riguardo poi alla mobilità sostenibile, siamo riusciti a creare diverse zone pedonali e diecimila abbonamenti integrati a 1,60 euro al mese". 

Grandi risultati sindaco, ma si potrebbe replicare con la considerazione per la quale ancora la città attende un regolamento dei chioschi, quello dei dehors, il parcheggio in piazza della Repubblica con annesse opere di urbanizzazione...

"Certamente, delle cose non si potevano fare e non è stato fatto tutto ma quanto ottenuto credo sia assolutamente rispettoso di un Comune in dissesto. A me all'Anci chiedevano: 'ma come fate a fare questo?'. Spiegavo loro che abbiamo triplicato la tassa di soggiorno e con quelle risorse abbiamo realizzato l'arredo urbano, l'illuminazione del Duomo e del Castello Ursino. Non abbiamo la bacchetta magica, però credo che il risultato sia assolutamente positivo". 

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