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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Revoca del ruolo di Commissario, Portoghese rivendica la sua legittimità: "Presenterò altre memorie"

“Presenterò altre memorie finchè sono in tempo perché non si può sconoscere la normativa dello Stato. L’Università non sta sulla Luna, fa parte dell’apparato amministrativo”. Con queste parole il Commissario del comune di Catania, Federico Portoghese, ribadisce ancora una volta la legittimità del proprio incarico, contrattaccando ai veleni e ai sospetti che si sono susseguiti in queste settimane tra i corridoi di Palazzo degli Elefanti

“Presenterò altre memorie finchè sono in tempo perché non si può sconoscere la normativa dello Stato. L’Università non sta sulla Luna, fa parte dell’apparato amministrativo”. Con queste parole il commissario del comune di Catania, Federico Portoghese, ribadisce ancora una volta la legittimità del proprio incarico, contrattaccando ai veleni e ai sospetti che si sono susseguiti in queste settimane tra i corridoi di Palazzo degli Elefanti. Secondo gli avvocati della Regione, infatti, Portoghese, ex dirigente dell’Università, non avrebbe avuto i requisiti per essere nominato commissario straordinario. Per l’Avvocatura, infatti, nell’elenco di chi possa ricoprire incarichi di questo tipo, non figurerebbero professori universitari, ricercatori e dirigenti delle università statali.

Ma Portoghese non ci sta e chiama in causa la legge n.168 del 1989, quella dell’istituzione del ministero dell’Università e in cui è specificata la sua autonomia: “Risponderò secondo quello che dice la normativa - spiega a Cataniatoday - Mi manca qualche tassello di questo parere, che esce intervallato tra due controlli effettuati. Come mai non mi è stato detto prima? E’ chiaro che qualcosa non torna”.

Per la revoca dell’incarico alla segretaria generale e direttrice generale del comune di Catania, Rossana Manno, altro tema caldo di questi giorni, Portoghese evita le polemiche e tira dritto, smentendo e allontanando eventuali motivi politici dietro la sua scelta: “Nessun problema personale con la dottoressa Manno, è un mero problema organizzativo e ho i poteri per effettuare scelte di questo tipo. Ricordiamoci che figure come quella del segretario generale sono scelte dal Ministero, non sono dipendenti. In assenza di un direttore generale, occorre un segretario generale che abbia competenze specifiche per la gestione dei fondi comunitari. Qui si pone sempre un problema politico che magari non sussiste, come in questo caso”.

Ad un eventuale pentimento, per aver accettato l’incarico, il "traghettatore" del Comune non rinnega le sue scelte, anzi, rilancia e rivendica il suo operato, non risparmiando qualche stoccata anche alla gestione "troppo politica" della città: “Ho dimostrato che con l’efficienza le cose si possono fare. Non mi presto alle logiche politiche e non mi interessano nemmeno. L’unica cosa che ho a cuore è cosa si può fare per la città. In questi mesi ho avuto l’opportunità di capire perché non funziona Catania, e una questione di volontà”.

“Alla Città metropolitana in tre mesi abbiamo sistemato quasi tutto - continua - e siamo certi di lasciare un lavoro ben fatto a chi verrà dopo di me. A Catania ho avuto poco tempo, non so se riuscirò a completare il lavoro per cui sono stato chiamato, ma in quattro mesi ho dato un altro assetto rispetto a prima, ho stabilizzato 160 dipendenti che era precari da vent’anni, ho ripianato tutto l’arretrato. Quello che mi preoccupa adesso sono la Festa di Sant’Agata e la gestione dei fondi europei. Occorre una competenza specifica, li ho coordinati dalla Città metropolitana, ora bisogna dimostrare che ce li siamo meritati, non li possiamo perdere. Bisogna darsi una svegliata, la politica rallenta tanto”.

E come ha chiesto il consigliere M5s, Graziano Bonaccorsi, nella seduta del consiglio comunale: “Chi salirà sulla carrozza del Senato, giorno 3?”. Portoghese sorride: “Se non mi mandano via…”.

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