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Sabato, 20 Aprile 2024
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Ricostruzione post sisma Santo Stefano, Foti (Attiva Sicilia) scrive a Draghi e Musumeci

La necessità impellente per superare la stasi che vive la ricostruzione post sisma di Santo Stefano, del 2018, è quella di estendere le norme già vigenti per i territori colpiti dal terremoto nel 2016 anche in Sicilia

La deputata regionale di Attiva Sicilia – nonché vice presidente dell’Ars – Angela Foti ha inviato ufficialmente due missive destinate al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. La necessità impellente per superare la stasi che vive la ricostruzione post sisma di Santo Stefano, del 2018, è quella di estendere le norme già vigenti per i territori colpiti dal terremoto nel 2016 anche in Sicilia. Una estensione che porterebbe immediati benefici velocizzando, di fatto, la rinascita della provincia etnea danneggiata dal sisma.
 

“Ci sono nove Comuni nella provincia di Catania - dice Foti - che ormai, da tre anni, attendono la rinascita e vivono un clima di incertezza per via della attesa proroga della struttura commissariale che a breve vedrà andare in scadenza i contratti dei tecnici a supporto della ricostruzione. Non meno importanti  anche le compensazioni sulle minori entrate dei comuni dovute alla sospensione dei tributi del 2019 che grava sui bilanci a rischio dissesto.  Seppur sia stato nominato un commissario straordinario per la ricostruzione dal governo nazionale, che sta profondendo il suo impegno sul territorio, vi sono dei lacciuoli burocratici e vuoti normativi che stanno paralizzando il processo di ricostruzione”, dice Foti.
 

“Per questo motivo ho inteso chiedere direttamente al premier Draghi, dopo essere rimasta inascoltata dal governo precedente, di estendere anche in Sicilia la normativa nazionale sulle ricostruzioni, già valida nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma nel 2016. Nello specifico l’estensione della norma consentirebbe di superare lo scoglio rappresentato dalle lievi difformità edilizie degli edifici privati, in base alla normativa in vigore per le zone del Centro Italia, contestualmente alla ricostruzione”, aggiunge la deputata.
 

Poi l'esponente di Attiva Sicilia conclude: “Questa difformità ha, purtroppo, generato un rallentamento delle operazioni di ricostruzione e talvolta anche l’impossibilità del rilascio del titolo edilizio. Da deputata regionale ho portato avanti diverse iniziative parlamentari e anche proposte di legge ma si tratta di una sfera sulla quale solamente il governo o il parlamento nazionale può intervenire. Di recente il commissario straordinario per la ricostruzione, il dottor Scalia, ha informato le deputazione siciliana dell’avvicinarsi della conversione del decreto legge 121/2021 del 10 settembre che – se opportunamente emendato dal parlamento – potrebbe già portare ricadute positive per le città colpite dal sisma”.
 

“Per questo mi appello anche al presidente Musumeci affinché faccia sua questa battaglia e metta in atto un pressing istituzionale sul governo nazionale che ci conduca al risultato. Un risultato atteso, sperato e voluto da nove comunità locali che devono rimettersi in cammino dopo 3 anni di difficoltà e di attese”.

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