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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Rifiuti, infiltrazioni mafiose e disservizi: la proposta della Cgil parte da Catania

"La risorsa rifiuti", questo il nome dell'evento che questa mattina ha avuto luogo presso il salone della Camera del Lavoro di Catania. Un'iniziativa che 'scotta', visti gli interessi coinvolti ed il momento storico in cui versa il Comune

"La risorsa rifiuti", questo il nome dell'evento che questa mattina ha avuto luogo presso il salone della Camera del Lavoro di Catania. Un'iniziativa che 'scotta', visti gli interessi coinvolti ed il momento storico in cui versa il Comune di Catania, che ha proposto soluzioni ed alternative per ripensare un settore oggi al centro di interessi opachi ed appettiti mafiosi. Al tavolo, non a caso organizzato nel cuore della provincia etnea, sono intervenuti Claudio Longo, componente della segreteria confederale ed anima del report sulla 'munnizza', il segretario etneo Giacomo Rota, quello regionale Michele Pagliaro ed il presidente della commissione Antimafia regionale Claudio Fava.

Con loro ha dato slancio alla giornata anche Maurizio Landini, tra i papabili come prossimo segretario generale della CGIL dopo Susanna Camusso - come si sussurra già da un po' dall'interno - a testimonianza dell'attenzione nazionale per l'argomento. In fine è intervenuto anche Massimo Malerba, responsabile dipartimento mercato del lavoro Cgil Catania, che ha presentato un monitoraggio sulle nuove professioni legate all'economia circolare. 

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Intervistato dalla nostra redazione, il presidente della commissione Antimafia dell'Ars, Claudio Fava, ha spiegato il suo punto di vista e ha dato alcuni suggerimenti alla giunta Pogliese, puntando i riflettori sul problema della trasparenza degli atti amministrativi. "Sono due i consigli che mi sento di dare alla nuova giunta guidata da Salvo Pogliese - dichiara il deputato regionale a CataniaToday - prima di tutto il punto di riferimento deve essere la comunità, e non i privati a cui magari in regime di prorogatio si continua a far svolgere un servizio da centinaia di migliaia di euro al giorno. In secondo luogo non fare come la precedente amministrazione e limitarsi a segnalare all'Anac le storture, come dei piccoli notai, ed arrivare un attimo prima della magistratura". 

Fava a Pogliese: "Pensare ai cittadini, non ai privati"

Maurizio Landini ha spiegato invece l'importanza dell'approccio nazionale al problema dei rifiuti. Un'idea che superi la visione particolaristica dei Comuni e delle Regioni, che permetta di vedere quello della spazzatura come un sistema unico, dal quale ripartire per dare occupazione in una logica diversa: "Il problema dei rifiuti è un problema nazionale - ha spiegato l'esponente nazionale del sindacato rosso - Come possiamo vedere dai dati di Legambiente appena pubblicati, il rapporto tra gestione dei rifiuti e malavita organizzata nel paese è strutturato. Occorre avere quindi un'idea nazionale di intervento e far diventare quella dei rifiuti un'area innovazione e una proposta di sviluppo diverso. Serve pensare dall'inizio che ciò che si produce possa essere riciclato e riutilizzato". "Serve quindi una politica ambientale e sociale completamente diversa da quello che esiste oggi - ha spiegato inoltre - Bisogna contribuire a costruire dei comportamenti e degli stili di vita nei cittadini che non possono avere immediata effettività, ma che sicuramente possono avere inizio da scelte politiche importanti. A partire da quelle della giunta regionale, sopratutto per quanto riguarda i livelli di differenziata e le modalità per raggiungere gli standard che ci vengono imposti dall'Unione Europea". "Il ragionamento dev'essere vasto - ha concluso Landini - dev'essere coinvolgente ed unire tutti i momenti della filiera produttiva". 

"L'emergenza rifiuti è frutto di una politica ventennale sbagliata  - ha aggiunto durante la conferenza Michele Pagliaro - che ha affidato una materia così delicata ai continui commissariamenti impedendo di fatto di andare al nocciolo dei problemi con un piano regionale dei rifiuti degno di questo nome. E' da questo che bisogna partire se si vuole davvero svoltare". 

"In Sicilia - ha affermato il sindacalista - l'80% dei rifiuti finisce in discarica, contro una media nazionale del 25%, e la raccolta differenziata è ferma al 15,4%. E' evidente che una riforma del sistema deve specificare bene obiettivi e strumenti per perseguirli cosa che può avvenire solo dentro un percorso programmatico che solo un piano d'ambito può disegnare, entro il quale inscrivere gli interventi locali. Temiamo invece - sottolinea Pagliaro - che la riforma di cui per ora si discute che mira ad azzerare le strutture esistenti per creare 9 ambiti ottimali coincidenti con i liberi consorzi finisca col creare nuovi carrozzoni che alimenteranno inevitabilmente cattiva gestione e infiltrazioni malavitose". 

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