Rizzo (M5S), appello alla Città Metropolitana: “Non si trascuri l’ex istituto agrario di Caltagirone"
"Sono tante – dice Rizzo - le voci in città che chiedono un intervento di tutela. Ho anche invitato il ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica ad un confronto con l’amministrazione della città metropolitana"
“Apprendo con piacere che il commissario straordinario della città metropolitana di Catania, Vito Bentivegna, oggi sia in visita istituzionale a Caltagirone, la mia città. Mi auguro che oltre che visitare i locali dell’ex caserma dei carabinieri di via Principessa Maria Josè, sede di uffici dell’ex Provincia, del museo della fotografia e della mostra del fischietto, possa recarsi, se non oggi, in un prossimo futuro, presso l’ex istituto agrario adiacente al convento dei frati Cappuccini. L’edificio tanto caro alla città, non va assolutamente trascurato, significherebbe lasciarlo in balia delle irruzioni dei vandali che proprio l’altra notte sono tornati in azione”.
Lo afferma il deputato M5S alla Camera e presidente della commissione Difesa della di Montecitorio, Gianluca Rizzo.
“Sono tante – dice Rizzo - le voci in città che chiedono un intervento di tutela. Ho anche invitato il ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica ad un confronto con l’amministrazione della città metropolitana allo scopo di trovare la giusta collocazione della struttura tra gli immobili di pregio di Caltagirone”.
“L’edificio, che ha una storia alle spalle di oltre 150 anni - racconta Rizzo - abbandonato da oltre 8 anni, è diventato presto inagibile a causa di gravi carenze strutturali, crepe, infiltrazioni, infissi deteriorati e molte parti pericolanti. Nel quadro della valorizzazione del patrimonio culturale della città, non si può non tener conto dell'istituto ed è per questo che occorre che gli enti locali trovino la sintesi per promuovere un progetto di ristrutturazione della struttura e di rilancio dell'offerta formativa, legata alle discipline agrarie, enologiche e più in generale alle scienze e culture enogastronomiche, anche nell'ottica di una strategia di valorizzazione e rilancio di un territorio come quello calatino che vanta ben 4 certificazioni Dop tra vino, olio, ficodindia e carciofo”.