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Si insedia il sindaco Pogliese: grande la festa, ma la strada è tutta in salita

Consiglieri, sindaci della provincia, amici di sempre, universitari e forze dell'ordine: a salutare il nuovo sindaco c'erano tutti. Ma dopo la festa, in città, è ora di lavorare per risolvere contraddizioni e carenze

Ne è sicuro l'ex primo cittadino Raffaele Stancanelli che, a margine della cerimonia di insediamento del nuovo Sindaco, appena uscito da Palazzo degli Elefanti, confessa a pochi giornalisti: "Salvo si trova oggi nella stessa situazione in cui mi trovai io, dovrà provare a far rialzare una città ai minimi termini". "La strada è in salita", commenta ancora e, a chi gli fa notare che in realtà l'eredità del compianto Umberto Scampagnini era ben peggiore, spiega: "Non ci sono le strade al buio, perché qualcuno ha pagato le bollete, ma la situazione è identica. Io avevo lasciato un po' di ordine, saremmo potuti andare avanti - conclude - e invece oggi ci tocca ricostruire".

Poche battute, pronunciate alla fine della festa del centro-destra, quando i riflettori sono ormai spenti e la 'musica' è finita, che stridono con l'altra grande narrazione, quella portata avanti dal centro-sinistra, ma soprattutto dall'ormai 'semplice' consigliere Enzo Bianco. Un commento che riporta un attimo di concretezza tra gli abbracci, le strette di mano, i sorrisi ed i baci che hanno caratterizzato la grande mattinata di Salvo Pogliese. Arrivato a piedi, accompagnato dalla famiglia e dall'ormai inseparabile Luigi Pulvirenti - il portavoce che l'ha seguito durante la campagna elettorale, insieme al collega Giovanni Grillo - l'europarlamentare ha fatto il suo ingresso in un municipio gremito di supporters. Dopo cinque anni di assenza la "comunità" della destra catanese, a cui il sindaco fa spesso riferimento nei suoi discorsi in pubblico, era tutta lì per celebrare la propria vittoria. 

Salvo Pogliese indossa la fascia di sindaco

C'erano i consiglieri comunali che hanno sostenuto la sua candidatura a sindaco - quelli confermati ma anche coloro che varcano per la prima volta l'ingresso di piazza Duomo - il mondo dell'Università con in testa il magnifico rettore Francesco Basile, i giuristi Agatino Cariola e Felice Giuffrè; i riferimenti all'interno del governo e dell'assemblea regionale, su tutti il dominus di Forza Italia Gianfranco Micciché e gli assessori Marco Falcone e Ruggero Razza. Insieme a loro anche i vertici delle forze dell'ordine, il comandante dei vigili urbani Sorbino, e l'ex comandante, oggi funzionario comunale, Pietro Belfiore.

Tra la folla era possibile scorgere anche l'ex vicepresidente vicario del Consiglio Comunale Sebastiano Arcidiacono, candidato in Grande Catania ma non eletto per pochi voti, che ha assicurato di "essere soddisfatto" e di volersi impegnare "direttamente sul territorio, fuori dalle istituzioni". Insieme a lui il compagno di lista Sebastiano Anastasi, rappresentante storico del quartiere di San Nullo, che invece è stato rieletto, tra i più votati del gruppo che, a Catania, fa riferimento all'ex governatore Raffaele Lombardo. Secondo i rumors, che iniziano ad impazzare tra i corridoi, a loro spetterebbe un assessorato ed un ruolo di sottogoverno, probabilmente la direzione di una società partecipata. 

Il primo discorso da sindaco | VIDEO 

Impegnatissimo a salutare gli astanti anche il segreterio regionale ed ex capogruppo in Comune di Fratelli d'Italia Manlio Messina, la cui lista ha ottenuto una buona performance, sicuramente soddisfatto per il posizionamento in giunta del collega di partito Ludovico Balsamo. La rappresentanza dei leghisti è stata lasciata, com'era ovvio, all'assessore designato Fabio Cantarella che, nonostante la batosta elettorale, arriverà in giunta grazie al posizionamento tra i fedelissimi di Matteo Salvini. Per il resto, data la penuria di voti, il partito di Pontida dovrebbe rimanere a bocca asciutta, soprattutto in seguito ai malumori e le possibili fratture che stanno attraversando i vertici etnei dopo i magri risultati ottenuti. 

Tra politici, giornalisti e dipendenti dell'ente, c'erano anche gli amici, gli antichi 'camerati', i compagni di militanza. Ma non solo. Per dovere "istituzionale" era presente anche l'ex candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle Giovanni Grasso, "soltanto per stringere la mano ed andarmene", rassicura, mentre si è notata l'assenza totale degli altri componenti dell'opposizione. Tra le prime file, era possibile scorgere anche Carmelo Coppolino, ex capogruppo di Catania Futura, riferimento etneo del deputato acese Nicola D'Agostino. La formazione era prima interna al centro-sinistra, e ha corso a sostegno della candidatura regionale di Fabrizio Micari, ma si trova oggi nella 'famiglia allargata' di Salvo Pogliese.

Centristi 'minori', i 'dagostiniani', visto il risultato elettorale e lo stop sotto la soglia di sbarramento. A loro, almeno in teoria, spetterebbe un assessorato, da affidare proprio a Coppolino. Intervistato da CataniaToday il sindaco ha assicurato che sarà "fedele alla parola data" e che "anche loro saranno tenuti in considerazione" nella divisione dei ruoli di governo. Ma, come si sussurra, potrebbe cambiare qualcosa nell'organigramma originale o, almeno, qualcuno.

L'intervista di CataniaToday a Salvo Pogliese

E se nello splendido salone delle cerimonie, mentre la folla iniziava a defluire, si cominciava a respirare l'aria del ricambio istituzionale - tra speranze dei più fiduciosi, e i dubbi di gattopardismo che sempre accompagnano questi momenti ufficiali - il 'trentennato' di Enzo Bianco sembrava ormai del tutto concluso. Anche se lui, dalle colonne de La Sicilia, sembra non rassegnarsi all'idea del tramonto e si autoproclama arbitrariamente leader della futura opposizione. 

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