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Cittadella giudiziaria, il Tar interviene sulle procedure di gara

A darne notizia è il Movimento Cinque Stelle. Una recente sentenza ha accolto il ricorso, proposto da alcune ditte contro l’assessorato regionale alle infrastrutture

Il tribunale amministrativo è "intevenuto" con una sentenza sulla cittadella giudiziaria in via di costruzione lungo il viale Africa. La struttura che sorgerà sulle ceneri dell'ex palazzo delle poste ha visto, sin dal principio, la contrarietà di alcune sigle, associazioni e del Movimento Cinque Stelle.

Proprio i pentastellati hanno dato la notizia di una recente sentenza del tribunale amministrativo che ha accolto il ricorso, proposto dalle ditte Di Fiore Rita - Smeda srl e Iaquinta Saverio contro l’assessorato delle infrastrutture e della mobilità della Regione Siciliana relativo al procedimento di aggiudicazione dei lavori di demolizione e riqualificazione dell'ex Palazzo delle Poste. Il Tar, in questo caso, ha riconosciuto la fondatezza del ricorso da parte delle ditte escluse sancendo un mancato utile da pattuire. 

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Per il Movimento Cinque Stelle però si tratta di un segnale importante da parte della giustizia amministrativa: "Abbiamo già evidenziato in tutte le sedi istituzionali, con interrogazioni all'assessorato regionale delle Infrastrutture e al Comune di Catania, come, secondo noi, la costruzione di questo edificio non abbia seguito un iter corretto, in primo luogo perché non è stata fatta nessuna variante al Prg che giustifichi il cambio di destinazione d'uso della zona da "verde pubblico-area industriale" a "servizi" e in secondo luogo perché la cessione di un bene indisponibile deve necessariamente passare dall'inserimento dello stesso nel piano di dismissione del comune, cosa mai avvenuta"

"A luglio si è aggiunta la sentenza del Tar, che "annulla il bando e i provvedimenti di aggiudicazione dei lavori di demolizione e condanna l'amministrazione regionale al risarcimento del danno" - proseguono i pentastellati -. Comune e Regione non possono più far finta di nulla. Una tale opera non può essere costruita con questi presupposti, ancor più se questa consiste in un presidio simbolo di legalità e giustizia. Rinnoviamo l'appello affinché si realizzi un parco urbano e si avvii finalmente un lento ma deciso processo di restituzione del mare ai catanesi, cominciando proprio da questo prezioso scorcio di costa, finalmente visibile, che rischia di venire offuscato dalla miopia di chi governa la città".

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