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Martedì, 19 Marzo 2024
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Tondo Gioeni, l'assessore di Bianco ammette: "Erano fondi del Comune"

L'ex assessore Luigi Bosco, stimato ingegnere etneo, in un'intervista esclusiva a CataniaToday spiega: "Quei fondi venivano da un vecchio mutuo della Cassa Depositi e Prestiti e dal bilancio comunale". E aggiunge: "Ora basta polemiche, cerchiamo di aiutare la città"

Non c'erano già prima ma, sicuramente, non ci sono più dubbi ora. L'ex assessore ai Lavori Pubblici della giunta Bianco, l'ingegnere Luigi Bosco, ha chiarito la natura dei fondi che sono stati utilizzati per la sistemazione del Tondo Gioeni e per la contestuale costruzione della fontana: erano soldi del Comune. In un'intervista esclusiva rilasciata alla nostra testata, Bosco spiega infatti che nonostante la giunta pensò, inizialmente, di poter inserire la spesa all'interno di alcuni progetti Pon-Metro -erogati dall'Unione Europea e ancora oggi inutilizzabili - la scelta fu quella di utilizzare un vecchio mutuo della Cassa Depositi e Prestiti. Al quale si aggiunse, in piccola parte, una somma tratta dal bilancio. Una dichiarazione che smentisce, ancora una volta, quanto detto pubblicamente dall'ex sindaco Bianco che sosteneva, invece, di non aver gravato sulle risorse dell'ente. Come spiegato bene nella determina dell'allora vertice della Direzione Lavori Pubblici, Corrado Persico, la cifra di cui stiamo parlando ammonta circa ad un milione di euro.

Ingegnere, lei è stato l'assessore che ha approvato il progetto del restauro del Tondo e della costruzione della fontana. Può fare chiarezza sulla provenienza dei fondi? Un documento della Direzione Lavori pubblici dice che si tratta di soldi del Comune.

"Dobbiamo inquadrare la vicenda di quest'opera come un'eredità lasciata dal passato. Noi abbiamo lasciato alla città un nodo più sicuro dal punto di vista sismico e della protezione civile e dove, ne devono dare atto i catanesi, si circola bene. Anche dal punto di vista della sistemazione estetica ed idraulica quel punto ormai è bello e sicuro. Lì, ricordo bene, c'era un problema di sicurezza lasciato irrisolto: si venivano a creare delle cascate d'acqua molto pericolose, quindi l'opera andava necessariamente completata. Se non ricordo male noi eravamo riusciti ad avere nel Pon-Metro un finanziamento per le piste ciclabili, nel frattempo però, da un appalto della precedente amministrazione, abbiamo trovato residui importanti provenienti da un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti. Fondi che dovevano essere destinati ad investimenti, come quell'opera. Ora, è chiaro che, usando una similitudine, dal Pon Metro mi potevo comprare il pane, mentre da questo fondo potevo prendere la carne. Parliamo di circa 800 mila euro della Cassa Depositi e Prestiti, mentre il resto invece vennero da fondi del bilancio comunale. Questo è quello che io ricordo. Penso però che questo tipo di polemica sia inutile. Catania è una città a vocazione turistica, non poteva essere lasciata un'opera in quel modo, con un muro bruto e con i ferri di fuori". 

Questo è legittimo, è una scelta politica della giunta. Perché però si è detto che non furono utilizzati soldi del Comune?  

"Perché chi l'ha detto avrà pensato che per l'opera si utilizzavano i fondi provenienti da un appalto dell'amministrazione precedente, e solo per la sistemazione idraulica, in minima parte, fondi Comunali. Questo è quello che penso io, ovviamente". 

In base alla contezza che voi avevate delle finanze del Comune, questi soldi non potevano essere utilizzati in altro modo? per mettere in sicurezza un'opera più importante o per altri interventi più stringenti dell'abbellimento del Tondo Gioeni?

"Non saprei. Le dico di più, Bianco a suo tempo poteva benissimo dichiarare il dissesto e fare come fa oggi Pogliese prendendosela con le amministrazioni precedenti. Io ricordo bene: ogni giorno venivano fuori debiti fuori bilancio che non erano stati inseriti all'interno del piano di rientro. Era una cosa quotidiana, c'erano azioni giudiziarie nei confronti del Comune e quest'ultimo era soccombente in molti casi. Ci fu poi una norma che fece finire l'utilizzo di quella finanza creativa inventata durante l'epoca Scapagnini. Secondo me bisogna capire cosa fare ora per risolvere i problemi, andare a dare la responsabilità a questo o a quello non ha senso. Io ho profonda stima sia di Bianco che di Scapagnini e Bonaccorsi, ma dobbiamo cercare di andare avanti. Catania è una città in cui ci sono 300 mila abitanti, non tutti pagano le tasse, ma eroga servizi a circa 800 mila abitanti che pagano le tasse altrove: questo è il tema che bisogna risolvere con una visione metropolitana dell'area". 

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