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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Rotavirus infantile, l'importanza della prevenzione tramite il vaccino

La vaccinazione anti Rotavirus in Sicilia orientale non ha ancora raggiunto gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale. Dagli esperti l’invito alle famiglie ad affrontare l’argomento con il proprio pediatra di fiducia

Un caso al minuto, circa 27.000 al mese, più di 400.000 bambini colpiti ogni anno: questi i numeri in Italia della gastroenterite da Rotavirus. Una patologia, molto diffusa ma poco conosciuta, che colpisce i bambini al di sotto dei cinque anni, spesso entro il primo anno di vita, provocando diarrea, febbre, vomito e disidratazione, con sintomi così gravi da richiedere anche il ricovero in ospedale. Il vaccino rimane l’unico vero metodo attualmente a disposizione per prevenire queste conseguenze. Ecco perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato nel 2009 una raccomandazione per includere la vaccinazione anti Rotavirus nei programmi vaccinali di tutti i Paesi. La Sicilia nel 2013 è stata la prima regione in Italia a ricevere questa vaccinazione in offerta attiva gratuita. Ma, ciò nonostante, la parte orientale della regione fatica a raggiungere le coperture vaccinali attese, come indicato dal PNPV 2017-2019 che prevede un target del 95%. È quanto emerso a Catania, mercoledì 24 marzo 2021, in occasione della conferenza stampa “Prevenzione della malattia da Rotavirus: l’importanza della vaccinazione per #unapreoccupazioneinmeno”.

Dati Sicilia Orientale: “La vaccinazione anti Rotavirus, pur non avendo ancora raggiunto gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, ovvero del 95% - ha illustrato Mario Cuccia, responsabile del Servizio di Epidemiologia dell’Asp Catania - mostra già una notevole efficacia, avendo determinato una forte riduzione, circa il 70%, degli accessi ai PP.SS. e dei ricoveri, ciò in forza del potente effetto di gregge associato a tale vaccinazione”. Tuttavia, la pandemia ha portato a una riduzione delle somministrazioni. Se infatti nel 2019, su 8.993 soggetti in anagrafe nell’area di Catania, Il 47% era stato completamente vaccinato (2 dosi) e un ulteriore 14% era stato parzialmente vaccinato (1 dose); nel 2020, complice soprattutto il COVID-19, si è registrato un calo dei soggetti completamente vaccinati (38%) a cui vanno aggiunti i bambini con una sola dose (16%). L’incremento dei bambini incompletamente vaccinati ovviamente riflette una difficoltà nel completamento del ciclo vaccinale che è fortemente condizionato dai tempi di somministrazione.

L’importanza della vaccinazione: Poiché non esiste una terapia antivirale per l’infezione da rotavirus, il vaccino rimane l’arma più importante per combattere l’infezione. “La vaccinazione non impedisce l'infezione bensì lo sviluppo della malattia, soprattutto di quelle forme clinicamente più gravi che possono determinare la necessità di un ricovero - continua Cuccia -. Prevenendo lo sviluppo della malattia, il vaccino ne riduce la circolazione, con ciò esercitando quell'effetto di gregge che consente di proteggere, in misura significativa ma non totale, anche i soggetti non vaccinati. La protezione di gregge cresce al crescere delle coperture vaccinali, pertanto non dobbiamo accontentarci dei risultati conseguiti bensì lavorare per un crescente miglioramento delle coperture”.

I rischi legati alla patologia: Il Rotavirus è un sorvegliato speciale: “È responsabile, infatti, di un'infezione virale del tratto digerente che può causare disidratazione grave – ha spiegato Sonia Sudoso, pediatra di famiglia presso ASP Catania -. Si manifesta con febbre, vomito e diarrea acquosa, più grave nei bambini da 3 a 15 mesi. L'infezione, che può essere prevenuta da vaccinazione di routine, provoca circa 500.000 decessi l'anno, soprattutto tra i paesi in via di sviluppo". La gastroenterite, soprattutto se di origine virale, è la causa principale, più dell’80% dei casi, di disidratazione nel bambino di età inferiore ai 6 mesi. In questa fascia d’età, tra gli agenti più comuni nel mondo, il Rotavirus da solo, è responsabile di più della metà delle forme più gravi e di conseguente ospedalizzazione. “Il rischio di disidratazione – ha aggiunto Gabriella Tina, direttore U.O.C Tin neonatologia Arnas Garibaldi - è inversamente proporzionale all’età, a causa di numerosi fattori quali: la particolare composizione corporea (la quota di acqua rappresenta alla nascita l’80% rispetto al 45-60% dell’età adulta), la distribuzione dell’acqua dentro e fuori le cellule, il modo di funzionare del rene. Altri fattori di rischio sono la prematurità, il basso peso alla nascita e la presenza di patologie congenite o croniche”.

Prevenzione e corretta informazione. Ma, se i rischi legati al coronavirus possono essere anche così gravi, quali sono le ragioni per cui i livelli di copertura stentano a decollare, specie nella Sicilia orientale? Colpa anche della Vaccine Hesitancy ovvero quel fenomeno per cui si registra “un ritardo nell’adesione o rifiuto della vaccinazione da parte dei genitori, comportamento spesso determinato da una serie di fattori culturali e sociali, ma in particolare da una scarsa fiducia nei vaccini - ha spiegato Antonino Gulino, pediatra di libera scelta e componente segreteria scientifica nazionale Fimp -. Questo atteggiamento emerge particolarmente nei confronti delle vaccinazioni definite “facoltative”, come quella da rotavirus. La prima motivazione è legata alla paura che i vaccini possano causare gravi effetti collaterali o la stessa malattia da prevenire. La seconda è la scarsa fiducia nelle case farmaceutiche e nelle autorità sanitarie. Superare questi ostacoli non è semplice. I timori possono essere sconfitti solo con una corretta informazione, non solo da parte dei pediatri, ma soprattutto dai media e da tutti i professionisti della sanità che devono saper dare messaggi efficaci, chiari, indispensabili per contrastare le informazioni false e fuorvianti che circolano nel web”.

“Ecco perché è importante saper cercare per avere risposte sicure e attendibili - ha aggiunto Sudoso -. Identificare scopo e responsabile del sito, che le notizie siano valutate da esperti scientifici prima di essere divulgate e che siano chiaramente distinguibili i fatti dalle opinioni. È necessario quindi che i medici diano indicazioni ai propri assistiti su come capire quali siano i siti affidabili”.

Da qui l’importanza di far sapere alle famiglie che questa malattia può essere efficacemente e completamente prevenuta tramite la vaccinazione e l’invito dagli esperti ad affrontare l’argomento con il proprio pediatria di fiducia. “Un’esigenza ancor più pressante in tempi di Coronavirus – conclude Tina - in quanto è fondamentale ridurre le ospedalizzazioni ma anche l’accesso agli ambulatori dei pediatri e dei pediatri di famiglia. Non bisogna abbassare la guardia per due motivi: ridurre i ricoveri ospedalieri in questo periodo di pandemia è fondamentale. Inoltre, quando torneremo a una socialità normale, tutti i bambini saranno esposti nuovamente alla possibilità di una diffusione di questo virus, quindi dobbiamo essere pronti a prevenire questa forma di gastroenterite, avendo a disposizione un’arma efficace come il vaccino”. Un semplice gesto che mette al riparo il bambino assicurando #unapreoccupazioneinmeno.

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