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Alunni autistici costretti a casa in quarantena, genitori soli a fronteggiare l'emergenza

L'emergenza sanitaria da “quarantena” colpisce in particolar modo le famiglie “speciali” che devono fare da supporto in mancanza di professori, operatori, professionisti, educatori, psicologi, verso chi è affetto da un disturbo autistico in aumento. Ecco alcuni consigli pratici

L'Autismo, questo conosciuto, da “gestire” fra quattro mura in tempi di pandemia. Andiamo al “concreto”, “al sodo”, come operare in casa coi piccoli intrappolati in questa “campana di vetro” chiamata autismo? Ecco alcuni consigli pratici. In sede di apprendimento didattico e psico-educativo, che coinvolga la famiglia, nei confronti di alunni con Spettro autistico, vanno organizzate azioni di routine da suddividere in più fasi, in relazione ai bisogni individuali del bambino-alunno: per motivare e rinforzare i comportamenti appropriati si possono utilizzare le gratificazioni. Fondamentale risulta la strutturazione del luogo di apprendimento: l'organizzazione di spazi “controllati” e “protetti”, tranquilli, per ottimizzare i lavori e le attività da svolgere in un rapporto “uno a uno” fra adulto - insegnante “a distanza” o genitore - e bambino autistico. Uno “spettro”, quello autistico, gestito in casa, col pericolo incombente di far regredire i nostri alunni e/o figli, dopo anni di terapie in strutture attrezzate mediche psico-pedagogiche e di progressi ottenuti fra i banchi di scuola, nel far fare piccoli o grandi passi verso l'autonomia ed il benessere, verso una corretta relazione ed apertura verso il mondo circostante. Una solitudine nella solitudine; un silenzio ed una chiusura al mondo delle relazioni umane, che dall'alunno-bambino con autismo si “contagia” e si propaga ai familiari sprovvisti di “mascherine” virtuali di protezione da un disturbo relazionale, da un disagio ed un malessere psicologico, prima che fisico. Una “speciale normalità”, quella dell'autismo o meglio del più ampio “Disturbo dello spettro autistico”, che in tempi di quarantena da coronavirus si acuisce sempre più, a carico di famiglie “doppiamente sole”, essendo i genitori di alunni e bambini affetti da questo “disagio”, a dover far fronte in solitudine fra le mura domestiche ad un'emergenza nell'emergenza: se l'autismo è la manifestazione di una disabilità, di un deficit, di una condizione particolare, di una compromissione di uno o più “funzionamenti” - non chiamiamola per favore, “malattia” -; oggi più che mai le famiglie “speciali”, devono fare da supporto in assenza di professori specializzati, operatori, professionisti, educatori, medici, psicologi, verso chi è affetto da un disturbo autistico in aumento che necessita di agenzie educative come la Scuola, di insegnanti di sostegno dedicati e di strutture ed interventi costanti da parte delle unità di Neuropsichiatria infantile dislocate nel territorio; nuclei familiari che non vanno lasciati soli in “prima linea”, ma che al contrario vanno aiutati a distanza, a casa loro. Così come si attua con successo, la “didattica a distanza”, con le scuole chiuse; così dovrebbe avvenire con una sorta di “assistenza comportamentale” a distanza. Ma chi dovrebbe supportare tali famiglie, con all'interno una “persona speciale con disabilità” da spettro autistico? In questa sede, l'unico intento è quello di poter offrire un sintetico “prontuario” didattico di buone prassi, da attuare come una sorta di “panacea” di consigli pratici da svolgere fra le mura domestiche, verso i piccoli alunni autistici della scuola dell'obbligo. Il dato, intanto è che c'è in atto un progressivo aumento di questo disturbo, che nel 2019 si attestava ad un caso su 77 in Italia - secondo una statistica diramata dalla Società italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza -. Empatia, sviluppare un clima collaborativo e meno oppositivo, l'associazione di immagini e parole, il gioco interattivo al computer, video-fiabe. In concreto, ecco come attivarsi in casa, in aiuto di quel bimbo/ragazzo/alunno speciale: una serie di buone prassi su misura, o se vogliamo la sperimentazione di una “didattica a distanza” di sostegno, costruita su misura. Un disordine dello sviluppo, che determina una “sindrome comportamentale”, una “carenza relazionale” biologicamente determinate; di converso, alcuni piccoli alunni autistici possiedono “talenti settoriali” su cui puntare, quali straordinarie capacità di calcolo matematico, sensibilità musicale, notevole memoria audio-visiva. Ma, come già detto, andiamo al “concreto”, “al sodo”, come operare in casa coi piccoli intrappolati in questa “campana di vetro” chiamata autismo? Proponiamo la seguente attività di apprendimento, in forma di “gioco” per comprendere e prestare attenzione a ciò che fa il partner adulto, dal titolo “Doppio lancio” (Gutstein & Sheely, “Sviluppare le relazioni nei disturbi autistici” vol. 2, Edizioni Erickson, 2005). Si tratta di: “Lanciarci e prendere due palle contemporaneamente”, “richiede dai giocatori una costante osservazione e la capacità di coordinare le loro azioni”, “portarla a termine aumenterà notevolmente l'autostima e valorizzerà il lavoro di gruppo”. Occorrono due palle/palline e due tappetini, o in alternativa due linee tracciate con un nastro adesivo; si procede lanciandosi reciprocamente una palla, in contemporanea, cosicché si riceve e si lancia all'altro compagno, la palla da gioco, in un'azione combinata, quasi in modo sincronizzato: “Iniziate da una distanza che vi consenta di lanciare una palla avanti e indietro dieci volte senza farla cadere. Con il nastro adesivo tracciate per terra due linee che marchino la distanza. Spiegate al principiante che state per iniziare a contare assieme ad alta voce mentre eseguite l'esercizio. Contate insieme fino a tre; dopo aver detto: 'Uno', dovrete aspettare fino a che il principiante non distoglie lo sguardo dalla palla e lo rivolge verso di voi. Dite: 'Due', mentre lui vi guarda e infine, al 'tre', impartitegli l'ordine di lanciare e lanciate voi stessi. Mentre lanciate, cercate di esprimere la vostra eccitazione con la voce e con le espressioni del viso. Continuate così cercando di eseguire il maggior numero possibile di passaggi; quando avrete raggiunto una buona padronanza dell'esercizio, fate quattro passi indietro e provate a lanciare da questa distanza”. In generale, le metodologie/strategie didattiche d'intervento in classe, andrebbero sempre comunque associate a “terapie e tecniche d'intervento”, quali quelle educativo/comportamentali: una per tutte, il metodo “ABA” (Applied behavioral analysis, tradotto, in "analisi applicata del comportamento"), che costituisce l’applicazione sistematica dei principi comportamentali individuati dalla scienza e dalla medicina: una tecnica pratica per la messa in atto di programmi d'intervento, da concordare con l'équipe di Neuropsichiatria infantile territoriale; il fine è la progettazione ed attuazione di interventi per il cambiamento di comportamenti inadeguati e l’apprendimento di nuove abilità; il principio centrale è quello del rinforzo: la frequenza e la forma di un determinato comportamento possono essere influenzate, “premiate” o al contrario “scoraggiate” o “estinte”, tramite tecniche comportamentali, utilizzate per incrementare o ridurre determinati comportamenti-problema, o sviluppare e consolidare nuovi apprendimenti. In particolare, serve l’applicazione di strategie comportamentali - applicate da psicologi con una preparazione specifica -, per l’educazione. In generale, come già sopradetto, in sede di apprendimento didattico e psico-educativo, che coinvolga la famiglia, nei confronti di alunni con Spettro autistico, vanno organizzate azioni di routine da suddividere un più fasi, in relazione ai bisogni individuali del bambino-alunno: per motivare e rinforzare i comportamenti appropriati si possono utilizzare le gratificazioni. Fondamentale risulta la strutturazione del luogo di apprendimento: l'organizzazione di spazi “controllati” e “protetti”, tranquilli per ottimizzare i lavori e le attività da svolgere in un rapporto “uno a uno” fra adulto e bambino autistico. Importante anche la strutturazione del tempo, sulla base delle caratteristiche dell'alunno e degli obiettivi educativi o insegnamenti, per lui individuati in precedenza. Quindi anticipare al soggetto, quanto va eseguito, con elenco e tabelloni che specifichino l'inizio e la fine delle attività da fare. Si passa poi alla “strutturazione dell'attività”: per sviluppare “competenze”, conoscenze e abilità, si inizia sempre con una proposta gradita al bambino, per poi passare alle novità. Ad ogni esecuzione corretta, si passa a un premio, ad una gratificazione, ad una concessione speciale, che può anche variare. L'obiettivo, variando gli aiuti e i suggerimenti dell'operatore nelle azioni e nei compiti da svolgere, è la soddisfazione finale dell'alunno. Vanno svolte esperienze concrete, dei “laboratori operativi”, con azioni dirette sul campo: il bambino affetto da autismo, potrebbe svolgere attività domestiche pratiche, sotto la guida di un genitore-educatore-tutor, come un laboratorio di cucina, attraverso la proposta di una serie di attività pratiche; per stimolare interesse, curiosità e manualità. Obiettivo prioritario è anche la promozione di alcuni momenti di autonomia, della persona in età evolutiva. Andrebbe quindi promossa, la conoscenza di un linguaggio particolare, cioè la “comunicazione aumentativa alternativa”, per favorire l'interazione col mondo esterno e per relazionarsi con gli altri: la cosiddetta “CAA”, prevede la simultanea presenza di uno strumento alternativo al linguaggio verbale orale standard, che si accompagna al simbolo visivamente e oralmente; un sistema di scrittura in simboli, una sequenza di immagini che possano raccontare visivamente persone ed azioni. Sappiamo che, “le caratteristiche fondamentali del disturbo autistico sono la presenza di uno sviluppo notevolmente anomalo o deficitario dell'interazione sociale e della comunicazione, e una notevole ristrettezza del repertorio di attività e di interessi. Le manifestazioni del disturbo variano ampiamente a seconda del livello di sviluppo e dell'età cronologica del soggetto” (Luigi d'Alonzo, “Come fare per gestire la classe nella pratica didattica”, Giunti Scuola, 2012). Pertanto: “Una strategia operativa importante è quella di rendere attraente il momento del lavoro, rilassante la gestione di una situazione scolastica che generalmente è fonte di stress. Occorre creare un ambiente empatico con il bambino attraverso un gioco che lo coinvolga e lo motivi a stare seduto o a guardarci negli occhi come, ad esempio, le bolle di sapone, il polistirolo sbriciolato che scende in una bottiglia trasparente, un oggetto dalla forma o dal suono interessante. Il tempo è uno strumento fondamentale: occorre concederlo e saperlo organizzare” (Terzuolo, 2019); così come: “In altri casi può essere utile l’uso della Comunicazione Aumentativa Alternativa, di parole scritte e di immagini, di indicazioni gestuali o sonore, tutto ciò che consente di trasformare indicazioni astratte in comunicazione concreta, semplificando il significato della richiesta, agendo sullo spazio fisico e sulla sequenza delle azioni necessarie allo svolgimento del compito” (Terzuolo, 2019). Infine, l’uso delle nuove tecnologie (risorse didattiche accessibili via Internet) consente di utilizzare strumenti e fonti che permettano realmente all’alunno di costruire i propri percorsi di apprendimento utilizzando la componente visiva: “è necessario, come già detto, elevare il ruolo dell’alunno a protagonista attivo di ogni fase didattica, non solo come utilizzatore di strumenti tecnologici di tipologie diverse, ma anche come partner di progettazione e costruzione di percorsi didattici. Questo principio radicale è lo stesso che sta alla base della prospettiva pedagogica e didattica dell’apprendimento significativo” (Zambotti, 2016). In tal senso, quindi, l'utilizzo del Web come supporto fondamentale alle attività da proporre ai bambini, può giovarsi della seguente piattaforma on-line gratuita, offerta dall'editore “Raffaello Scuola”; iniziativa didattica, come altre, nata per affiancare le famiglie e per aiutare i bambini, “speciali” e “normo-dotati”, a trascorrere con più leggerezza le giornate in cui non possono andare a scuola; “abbiamo messo a disposizione - si legge nel sito internet - gratuitamente alcune divertenti attività che speriamo possano far sentire, agli insegnanti e ai bambini, la nostra vicinanza”. Al seguente link, https://www.raffaelloscuola.it/studio-a-casa, si può fare riferimento per proporre materiali da scaricare e stampare, nella sezione “Scuola dell'Infanzia” della piattaforma, dove si predilige l'aspetto e la strategia “ludico-didattica” semplificati. In fondo alla pagina “virtuale” che si apre, sono presenti la sezione “cornicette-pregrafismi” con numeri e sagome associati ai colori, così come sono previste strategie di apprendimento legate alle sequenze numeriche, al miglioramento della coordinazione “oculo-manuale”, alla “grafo-motricità” e all'offerta di strumenti grafici legati alla didattica laboratoriale; più avanti c'è la sezione “labirinti e percorsi”, poi “prerequisiti”: con collegamenti tramite schede stampabili, fra oggetti, loro caratteristiche, e parole che le individuano.

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