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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Studenti e depressione, psichiatra Azzarelli: “Didattica a distanza è fattore di stress e tristezza”

L'utilizzo della Dad nella Scuola secondaria, pur riconoscendone l’innegabile utilità, viene vissuto dai ragazzi con fatica, stress, imposizione, noia, tristezza. Gli insegnanti segnalano uno studio molto “passivizzato”

Covid e ansia da isolamento, fra gli alunni in Dad. Disturbi della condotta, abulia, ansia da Didattica a distanza e depressione. Tutti comportamenti impulsivi dopo un anno di “teledidattica” alle Superiori, mista a Didattica in presenza. Al Dott. Osvaldo Azzarelli psichiatra catanese e psicoterapeuta, che attualmente svolge funzioni di Direttore del modulo di Salute mentale CT 6 - Distretti di Acireale e Giarre dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania, abbiamo chiesto chiarimenti su nodi e pericoli per i nostri giovani studenti.

La pandemia da Covid 19 rappresenta uno 'stress non convenzionale' - spiega Azzarelli - sebbene l’attenzione generale sia stata inevitabilmente rivolta alla sue conseguenze fisiche, oggi è decisa la consapevolezza che essa costituisce una minaccia reale anche per la salute mentale. Studi di popolazione, condotti in diversi Paesi dimostrano l’impatto della pandemia sullo stato di salute psichica della popolazione: uno dei fattori di rischio associati al conseguente disagio psichico, è proprio rappresentato dalla giovane età. L'utilizzo della Didattica a distanza nella Scuola secondaria, pur riconoscendone l’innegabile utilità, viene vissuto dai ragazzi con fatica, stress, imposizione, noia, tristezza. Gli insegnanti segnalano uno studio molto 'passivizzato'; gli aspetti motivazionali e di interesse sono estremamente ridotti, così come quelli ludici anch’essi indispensabili a stemperare la tensione dell’apprendimento e ciò in quanto manca la dimensione emotiva e relazionale dell’apprendimento”.

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Ciò nonostante - continua lo psichiatra Osvaldo Azzarelli dell'Asp Catania - gli studenti hanno risposto adattandosi, attivando in qualche modo forme di 'resilienza individuale' e 'comunitaria'. E’ evidente che le risorse e le possibilità di ciascuno sono diverse, e quindi, una percentuale non indifferente di ragazzi presenta comportamenti di ansia, stress e saturazione psicologica".

Ansia da “Didattica a distanza”; depressione sotterranea da una frequenza irregolare delle lezioni in presenza fra i banchi di scuola. In ciò si innesta la pressione psicologica, su famiglie e minori, esatto?

Il Coronavirus rappresenta un 'trauma collettivo', la comunità sociale è vittima di angosce collettive, emergono così fragilità radicali e permane un senso diffuso di disorientamento, considerato che, paradossalmente, l’unico comportamento preventivo resta in fondo la medievale quarantena. Anche il 'sistema' docenti-studenti-famiglie ne subisce le dolorose conseguenze. Lo sforzo di adattamento ad una situazione stressante persistente e sconvolgente qual è la pandemia da Covid 19, comporta un enorme impegno in termini fisici e psichici. Le relazioni sono diventate pericolose e, peggio ancora, sospese. L’esposizione eccessiva ai social media e ai media tradizionali, il distanziamento, la solitudine, protratti in un'attesa senza tempo, sortiscono un effetto disperante che impoverisce e ammala”.

Negli USA - aggiunge Azzarelli - si stimano circa 75mila vittime nei prossimi 10 anni, classificate come 'morti per disperazione', legate alla pandemia che comprendono suicidi e decessi per abuso di sostanze. La sfera emotivo-affettiva è quella maggiormente colpita con sindromi ansiose, depressive, disturbi dello spettro fobico-ossessivo, comportamenti di 'evitamento', dipendenza da Internet, disturbi del sonno”.

Sulla questione scuola a distanza, per contrastare il contagio da Covid, che potrebbe essere fonte fra gli studenti, di sfiducia, demotivazione, senso di abbandono e depressione, cosa consiglia? Come se ne esce?

Di fronte a 'stressor' così inattesi, traumatici, indipendentemente da differenze sociali e culturali, l’uomo ha una reazione: attiva la cosiddetta 'plasticità adattativa' per affrontare le mutazioni dell’ambiente e quindi resistere. L’uomo reagisce attivando le classiche fasi di risposta allo stress, dove abbiamo sempre un prima risposta di allarme e paura in cui risulta protettivo farsi un’idea di cosa stia accadendo; in questa fase risulta estremamente protettivo mantenere le relazioni a tutti i livelli - gruppo, famiglia, comunità - e, nel caso della pandemia le tecnologie digitali hanno consentito di accorciare il distanziamento sociale, ad avere un 'perché', per resistere al momento e sopravvivere successivamente. In una seconda fase, il soggetto inventa nuove 'coping' di 'problem solving', spinto dalla necessità di recuperare la possibilità di 'infuturarsi', cioè di prolungarsi nel futuro”.

Per il medico psichiatra catanese e psicoterapeuta, “dunque risulta importante l’utilizzo di due obiettivi strumentali, entrambi basati sulla resilienza: il primo, a livello individuale, consiste nel costruire pensieri di cura per sé e per gli altri; il secondo, a livello di comunità, passa sull’accettazione di comportamenti e azioni collettive , per esesmpio il lockdown. Bisogna attraversare inoltre l’esperienza di stress severo anche evitando strategie di 'adattamento'errate - fumo, alcol, droghe -, rispettare i bisogni di base come alimentazione sana, riposo, attività fisica, utilizzare strategie di 'coping' che hanno funzionato in altre situazioni di stress, come mantenere i contatti sociali, ridurre le risposte emotive eccessive e, soprattutto, chiedere aiuto se lo stress è soverchiante".

Con il virus dovremo convivere ancora a lungo: con l'assenza da scuola, viene meno il “senso di comunità educante” nei nostri ragazzi, quindi i danni psicologici saranno pesanti...

"I ragazzi hanno accettato il lockdown silenziosamente, in un’epoca dello sviluppo in cui lo stare con gli altri, i primi amori, gli errori, sono indispensabili per la costruzione dell’individuo. Una tale perdita di relazione e di contesto, blocca o comunque riduce notevolmente la capacità di 'infuturazione'. Accade così una distorsione della regolazione emotiva, cognitiva e comportamentale, con una ridotta capacità di concentrazione, autocontrollo e sintomi di ansia e depressione. L’impegno deve essere principalmente di prevenzione, dirigendo energie e risorse sui ragazzi, aiutandoli a riacquistare un’attitudine di costruttività, a individuare alcuni obiettivi principali possibili da raggiungere, favorirne il senso della collettività, della cooperazione, a stemperare il dolore e la rabbia in un lavoro psicologico di impasto con emozioni e pensieri positivi, per il ritorno ad una 'nuova normalità ”.

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