Storie di Sicilia - La leggenda di Aci e Galatea
Acireale deve il suo nome, secondo la leggenda, al pastorello Aci, figlio del Dio Pan e follemente innamorato della ninfa Galatea
Tra le leggende legate a Catania, in questo caso alla provincia di Acireale, c'è quella di Polifemo e Galatea. Secondo quello che si è appreso dai libri la cittadina acese deve il suo nome al pastorello Aci, figlio del Dio Pan (protettore di boschi e monti). Aci era follemente innamorato di una ninfa del mare, Galatea.
Quest'ultima però era nelle grazie di Polifemo, che venuto a conoscenza dell'amore tra i due, decise di togliere di mezzo Aci ed ucciderlo gettandogli addosso un gigantesco masso.
La giovane, venuta a conoscenza della morte del suo amato, si precipitò dove si era verificato l'accaduto e la sua infinita tristezza fece sì che gli Dei decidessero di trasformare Aci in un fiume che scende dall'Etna e sfocia nel tratto di mare dove di solito i due amanti si incontravano.
Si pensa che quel fiume sotterraneo oggi riaffiori nei pressi di Santa Maria La Scala e sfoci in una sorgente che viene chiamata 'il sangue di Aci', in siciliano 'u sangu di Jaci'.
La favola di Polifemo e Galatea è divenuta anche un libro, scritto nel 1612 da Luis De Gongora y Argote (religioso spagnolo).