Boschetto della Plaia, occasione di sviluppo?
Non si sa se finalmente o se si deve dire purtroppo ma i lavori per la realizzazione del controverso parco avventura all’interno del boschetto della Plaia sono iniziati. Sembra strano che meno di un mese fa il comune non si pronunciava sulla tempistica dell’inizio lavori e ora sotto le feste senza nessun annuncio si e’ iniziato con la posa delle piattaforme sugli alberi, neanche sul parco non si vede la necessaria cartellonistica.
Frequento il parco da tempo e conosco benissimo le condizioni e le vicende che lo hanno interessato, prima con la chiusura per l’instabilita’ degli alberi e dopo per l’allagamento, e comunque ci sono tutta una serie di problematiche strutturali che mi fanno pensare che un intervento di questo tipo non sia da contrastare a priori ma sicuramente deve essere ben gestito sin dall'inizio della sua realizzazione, per evitare uno spreco di risorse e perdere l’ennesima occasione di sviluppo.
Sicuramente ci sono dei quesiti tecnici, piu’ che economici, che vorrei porre all’attenzione delle parti coinvolte con la speranza di avere dei vantaggi per il parco.
Prima di tutto vorrei chiedere perche’ e’ stato scelto quel punto del boschetto per la realizzazione del parco, perche’ e’ vero che non sara’ preclusa l’area ma sicuramente durante l’orario di apertura non credo sia a norma passare sotto i percorsi, che inisistono con alcune piazzole sui vialetti, inoltre si sta realizzando l’opera proprio in una delle parti libere del parco. Forse, visto che e’ previsto dal bando, era il caso di bonificare una delle aree con rovi in modo da dare anche un segnale di buoni intenti. Oltre al fatto che si e’ scelto una delle parti sopra le dune con maggiori intensita’ boschiva e quindi gli alberi sicuramente non presentano lo sviluppo che invece presentano piante in aree con densita’ minore, oltre al fatto che le piante del boschetto comunque per l’esposizione ai venti marini, al fatto che sono su dune inisieme al fatto che non sono state mai interessate da nessun intervento forestale non presentano lo sviluppo che dovrebbero avere piante di oltre 80 anni.
A questo proposito sarebbe utile vedere la relazione di valutazione di stabilita’ degli alberi, anche perche’ poco meno di un anno fa la stabilita' e’ stato il motivo di chiusura del boschetto, sicuramente molte piante, visto anche i numerosi schianti che si hanno, non sono idonee o presentano uno stato fitosanitario precario.
Sul punto di realizzazione ho anche altri quesiti, infatti ho notato che il punto scelto ha creato una servitu’ di passaggio infatti per raggiungerlo con i mezzi si deve attraversare praticamente tutto il bosco e tramite il vialetto che lo attraversa dal lato ovest arrivare alle strutture, non era il caso di farlo lungo l’asse principale e non avere mezzi che devono entrare nell’area pedonale? Tra l’altro sarebbe anche piu’ vicino ai servizi igienici.
Altra osservazione e’ sulla superficie, si parla di un quinto della superficie, ma si spera che venga rispettato il bando che tutti i 28 ettari siano resi praticabili, perche’ considerando che ora la parte praticabile e’ meno del 50% non siamo al 20 percento della superficie del parco ma al 40 %.
Infine andando a leggere il disciplinare tecnico sembra che sia stato usato un generico disciplinare del comune a cui e’ stata cambiata solo la copertina, che va bene per la villa Bellini ma non certo per un parco sub urbano con forte orientamento di parco naturalizzato, considerando anche che il parco e’ nato proprio per difendere la fascia dunale dall’erosione e quindi dovrebbe essere mantenuto con specie tipiche della fascia dunale oltre che con il pino domestico la cui superficie andrebbe incrementata a scapito dell’eucaliptus o della palma che e’ stata distrutta dal punteruolo, specie nella parte nord, oltre all’inserimento di altre specie in base alle aree che saranno bonificate, scelte tra le molte tipiche della flora mediterranea.
Nel disciplinare si parla di prati siepi e aiuole fiorite, sicuro non e’ il caso del boschetto che necessita di un disciplinare specifico e dedicato oltre ad un piano di interventi per la bonifica di tutte le aree che ora sono inaccessibili.
Con l’augurio che finalemente si realizzi qualcosa di positivo per Catania.