rotate-mobile
social

Smart working e Covid-19: il datore di lavoro può comunque richiamare il lavoratore

Molte aziende stanno continuando con lo smart working nonostante l'allentamento delle misure dovute all'emergenza Covid-19

Il diminuire dell'emergenza da Covid-19 ha indotto molte aziende a tornare alla normalità lavorativa. Molte però hanno deciso di continuare con lo smart working, che consente di diminuire le presenze in ufficio e di recarsi quindi sul posto di lavoro con maggiore sicurezza. 

Il lavoro agile però non esclude la presenza assoluta dal luogo di lavoro nel momento in cui il datore di lavoro lo richieda per determinate ragioni o per particolari necessità. Ovviamente la presenza fisica deve essere circoscritta ad occasioni di comprovata ed ineludibile necessità.

Lo smart working nel periodo di emergenza Covid-19 è stato un test che ha permesso alle aziende di capire che si potrà continuare così anche finito questo particolare periodo. 

Si tratta di un metodo di lavoro che può essere utilizzato anche in mix insieme alla presenza fisica in base alle mansioni ed alle necessità delle imprese. Di sicuro comporta la possibilità che si faccia maggiore attenzione ai risultati piuttosto che al tempo ed alla presenza in ufficio.

Il decreto Cura Italia ed il DL Rilancio hanno aumentato il novero dei soggetti che hanno diritto o priorità al lavoro agile durante questo periodo di emergenze.
- lavoratrici madri nei tre anni successivi al congedo di maternità
- lavoratori con figli disabili
- lavoratori affetti da gravi e comprovate patologie con ridotta capacità lavorativa
- lavoratori con familiari immunodepressi
- dipendenti con figli minori di 14 anni a condizione che l'altro genitore non sia in cassa integrazione o disoccupato

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Smart working e Covid-19: il datore di lavoro può comunque richiamare il lavoratore

CataniaToday è in caricamento