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Sabato, 20 Aprile 2024
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Andrea Biagi: un catanese nella squadra nazionale di paracanoa

Onore per la città di Catania che, tra i suoi cittadini, ha un atleta mondiale: Andrea Biagi, membro delle squadra nazionale di paracanoa per i Mondiali di Szeged

Onore per la città di Catania che, tra i suoi cittadini, ha un atleta mondiale: Andrea Biagi, membro delle squadra nazionale italiana di paracanoa per i Mondiali di Szeged, che si svolgeranno il 17 e 18 agosto.

Nel1992, a 22 anni, è cambiata la vita ad Andrea Biagi. Un incidente lo ha costretto nella sedia a rotelle. Nonostante le ripercursioni psicologiche e fisiche, Andrea è andato avanti ed è riuscito a vincere le battaglie della vita. Prima si è laureato in Fisica, poi è diventato campione del Mondo di Canoa e ora vola in Ungheria, insieme alla squadra nazionale italiana, per conquistare il titolo di campioni del mondo.

Dal 1992 com'è cambiata la tua vita?

"Com'è cambiata la mia vita?! Per prima cosa non ho più fatto l'ingegnere minerario, ma il fisico; ho sicuramente perso delle opportunità, ma la vita me ne ha offerto delle altre. Su una cosa sono certo: non sono cambiato come persona, ma la sofferenza determina un percorso di crescita che ha cambiato la mia scala di valori".

Com'è iniziata la passione per la canoa?

"Quello con la canoa è stato un incontro casuale: dopo l'incidente volevo fare dello sport, la mia nuova condizione lo rendeva necessario per mantenermi in buona forma fisica, ma anche la mia mente ne aveva bisogno. Tra quelli che avevo la possibilità di praticare per le mie potenzialità residue, ho scelto la canoa. La scelta non è stata certo dettata dalle opportunità, dal momento che non ve ne era nessuna a Catania per questo sport. Io sono sempre stato molto aperto e, nella mia vita, ho incontrato persone disponibili ad inseguire sogni: ho iniziato con Giorgio De Guidi che mi ha avviato alla canoa fluviale, poi, per caso, sono venuto a conoscenza dell'esistenza di gare di canoa olimpica per diversamente abili e da qui è iniziata la mia carriera sportiva grazie alla disponibilità del Circolo Canoa Catania presso il Molo di Levante, sotto la guida del mio personal trainer, Daniele Romano".

E la carriera da campione ?

"Un domanda di riserva ..? Certo non ero mosso da grandi ambizioni, ma la paracanoa è cresciuta con me, prima c'erano soltanto i campionati italiani e quando, qualche anno fa, si sono aperte anche per noi le grandi competizioni (il fiore all'occhiello saranno i giochi paraolimpici del 2016 dove per la prima volta sarà inserita la paracanoa) io mi sono trovato pronto, ma il mio primo obiettivo rimane sempre superare me stesso, andare oltre i miei limiti".

Secondo te,  lo sport per disabili ha una cassa di risonanza minore?

"Sicuramente si, anche se importanti passi sono stati effettuati.  Per esempio, è significativa, a mio avviso, la scelta dell'I.C.F. (International.Canoe.Federation). di effettuare in concomitanza le gare sia dei normodotati che dei  diversamente abili, ottimo esempio di integrazione e di visibilità".

A livello di città,  come vedi la funzione dello sport a Catania ?

"Dico solo che c'è tanto da fare e, soprattutto, credo che abbiamo bisogno di persone che hanno voglia di fare. Non ritengo che il problema sia in assoluto la mancanza di fondi di finanziamento, ma anche la loro destinazione".

Ritieni che ci sia una motivazione in più per un atleta disabile nell'affrontare una gara e soprattutto nel vincerla?

"Non credo, almeno per me: una gara è una gara e la competizione è insita in essa; è però vero che lo sport può rappresentare sia un riscatto sociale, che una opportunità di integrazione sociale, può favorire quella positiva percezione di sè che ti porta a spenderti nella relazione con gli altri, rafforza la tua autostima".

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