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Catania, la cura Sannino funziona: ma cosa non va in trasferta?

Il tecnico rossoazzurro è stato capace di donare ai vari reparti equilibrio, solidità e serenità. Serve adesso il salto di qualità definitivo. Riflettori puntati sulla gestione della palla, spesso assente nei momenti chiave. Caratteristica questa importante per imporre il proprio gioco fuori casa

I meccanismi in casa Catania iniziano ad ingranare. Merito soprattutto del recupero di alcune pedine fondamentali come Rinaudo, indiscusso leader del centrocampo. Merito anche della sagacia del tecnico Sannino, capace di donare ai vari reparti equilibrio, solidità e serenità. Manca ancora qualcosa per arrivare al salto di qualità definitivo, tanto che in trasferta i rossoazzurri stentano ad imporre la propria forza.

Fattore psicologico o deficit sul piano del gioco? Difficile credere che un motivatore come Sannino non riesca a infondere il giusto approccio alla sfide esterne del Catania. Se va cercato un problema occorre puntare i riflettori sulla gestione della palla, spesso assente soprattutto nei momenti chiave delle partite. La scelta di abbassare il raggio di azione di Rosina, snaturando in molte occasioni la sua vocazione offensiva, è legata all’esigenza di creare manovre e trame di gioco. Rinaudo ed Escalante non hanno nel dna la vocazione a dettare i tempi di gioco, ma anche lo stesso Rosina, adattato spesso in zone centrali, non incarna alla perfezione il ruolo di vero e proprio metronomo del centrocampo.

Risultato? Il Catania fa spesso correre gli uomini e vive delle sortite improvvise di Rosina, Martinho, ma fa girare poco la sfera nei momenti chiave del match. Il dato viene a galla soprattutto quando i ritmi della gara si abbassano e la stanchezza inevitabilmente inizia a farsi sentire. La squadra, in debito di ossigeno, lascia agli spettatori la sensazione di essere spaccata in due grandi tronconi, dove la voglia di lottare e di riconquistare palla emerge grazie alla determinazione degli uomini di Sannino.

Imporre il proprio gioco lontano dal “Massimino” passa anche attraverso trame di gioco chiare e lineari. Dettando insomma i ritmi di gara, partendo da quel metronomo del centrocampo che vista l’assenza al momento di Almiron il Catania stenta a trovare negli altri interpreti. Nessuno tra i giocatori rossoazzurri al momento ha nelle proprie caratteristiche questa qualità. Nonostante questo la strada verso la risalita è possibile e i risultati al momento lo dimostrano. Determinazione, giocate dei singoli, recuperi di pedine importanti e maggiore equilibrio riescono infatti a fare la differenza.

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