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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Tumore del polmone, all’humanitas tecnologia e innovazione

Si chiama Single Port Vats Lobectomy ed è la tecnica di chirurgia toracica mini-invasiva video-assistita più innovativa, che sfrutta il continuo progresso tecnologico nel campo della scienza medica e permette di intervenire attraverso un unico piccolo accesso

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CataniaToday

Si chiama Single Port Vats Lobectomy ed è la tecnica di chirurgia toracica mini-invasiva video-assistita più innovativa, che sfrutta il continuo progresso tecnologico nel campo della scienza medica e permette di intervenire attraverso un unico piccolo accesso. Si adopera per asportare un lobo polmonare in presenza di tumore e all’Humanitas di Catania è ormai divenuta la tecnica più consueta di approccio chirurgico per le neoplasie polmonari. La chirurgia Toracica di Humanitas Centro Catanese di Oncologia, nonostante la sua giovane età, oggi esegue infatti circa 60 lobectomie per tumore ogni anno di cui mediamente il 70% con questo approccio. E’ coordinata dal dott. Paolo Macrì e composta dai dottori Marco Santangelo, Stefania Maria e Francesco Barbagallo. L’ospedale fa inoltre parte del “Vats Group”, composto da 54 strutture sanitarie specializzate in questa pratica chirurgica, che fa dello scambio di informazioni ed esperienze un approccio fondamentale per migliorare ogni giorno di più. Inoltre, l’Humanitas ospiterà nel prossimo mese di dicembre il medico spagnolo Diego Gonzalez Rivas, inventore della tecnica, per una masterclass sugli ultimi sviluppi e applicazioni. Per tale tipo di intervento il paziente viene preparato con gli stessi esami e le stesse accortezze che si usano per gli interventi open in modo che, in caso di necessità di conversione dell’intervento, si possa procedere senza dover differire dalle procedure programmate. “Abbattendo il numero di complicanze perioperatorie, l’obiettivo principale di questo tipo di interventi condotti su pazienti affetti da carcinoma polmonare – spiega il dott. Paolo Macrì, Responsabile dell’Unità di Chirurgia Toracica di Humanitas Centro Catanese di Oncologia - è la radicalità oncologica, per cui in questi casi l’intervento viene eseguito asportando la regione polmonare malata isolando e suturando direttamente nel polmone le strutture nobili quali i vasi arteriosi e venosi oltre che i bronchi specifici con associata esecuzione dell’asportazione completa e radicale di tutti i linfonodi che drenano la regione del torace in cui si trova il polmone affetto (linfonodi ilari e mediastinici). Con questo tipo di tecnica videotoracoscopica – continua - si possono ormai eseguire tutti gli interventi che si eseguirebbero con tecnica open, anche se in fase di approccio iniziale alla tecnica gli esperti consigliano di non eseguire dapprima interventi molto complessi o oncologicamente al limite della radicalità al fine di preservare la sicurezza del paziente sottoposto a tale tecnica”. I vantaggi per i pazienti sono molti: innanzitutto, secondo alcuni studi, il sistema immunitario aiuterebbe questa tecnica ad essere quella associata alle migliori curve di sopravvivenza: grazie agli accessi molto piccoli vi è infatti un minore rilascio di sostanze tossiche, che di fatto provocherebbero una maggiore disattivazione del sistema immunitario verso la patologia oncologica e quindi una peggiore risposta complessiva alla malattia. Di fatto anche il dolore percepito dal paziente è minore, sia per le piccole dimensioni degli accessi, ma soprattutto per il fatto che la piccola unica apertura del torace permette, mediante gli strumenti adeguati, di operare i pazienti direttamente attraverso il naturale spazio intercostale del paziente senza dover di fatto divaricare le costole.

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