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Giovedì, 28 Marzo 2024

I rifiuti di Etnaland bruciati per risparmiare sui costi dello smaltimento

I dipendenti di Etnaland, ogni pomeriggio, dopo avere raccolto rifiuti del parco acquatico, li avrebbero trasportati nei terreni adiacenti di proprietà del medesimo imprenditore presidente del cda di Etnaland srl, dove sarebbero stati selezionati e, in minima parte, consegnati a ditte specializzate. Il resto veniva bruciato o interrato

Nel mese di settembre 2022, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, i militari del nucleo operativo di polizia ambientale della guardia costiera hanno apposto i sigilli ad una discarica abusiva realizzata in un ampio appezzamento di terreno in cui venivano incendiati metodicamente i rifiuti prodotti dal contiguo parco acquatico di Etnaland, nel territorio di Belpasso. Sequestrati anche 1.000 metri cubi di rifiuti assimilabili ai rifiuti solidi urbani, oltre alle attrezzature e ai mezzi utilizzati per la perpetrazione dei reatiLe indagini sono state avviate nel mese di agosto, periodo di massima attività di Etnaland, quando il personale della guardia costiera, nel corso di un sorvolo di controllo del territorio di giurisdizione ai fini della tutela ambientale, ha notato nell’area adiacente al parco acquatico delle grandi buche contenenti considerevoli quantità di rifiuti. E' stata avviata un'attività di videosorveglianza che ha permesso di raccogliere concreti indizi a riguardo. I dipendenti di Etnaland, ogni pomeriggio, dopo avere raccolto rifiuti del parco acquatico, li avrebbero trasportati nei terreni adiacenti di proprietà del medesimo imprenditore presidente del cda di Etnaland srl, dove sarebbero stati selezionati e, in minima parte, consegnati a ditte specializzate, con un notevole risparmio sui costi di smaltimento.

La rimanenza, con il favore delle tenebre, sarebbe stata incendiata e seppellita all’interno di una buca appositamente scavata nel terreno oggetto di sequestro ed attiguo alla discarica abusiva. Quattro persone dovranno difendersi dalle accuse di attività di gestione di rifiuti non autorizzata,combustione illecita di rifiuti e inquinamento ambientale. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania ha convalidato il sequestro preventivo, eseguito d' iniziativa dal personale della capitaneria di porto, emettendo un proprio decreto di sequestro dell'area, dei rifiuti, dei mezzi presenti e delle attrezzature. Dai primi rilievi tecnici eseguiti, si è appurato che questa prassi si è protratta per diverso tempo. Il terreno, da visure catastali, risulterebbe di tipo seminativo. Il danno ambientale è al momento è in fase di quantificazione. Utile alle indagini anche il supporto tecnico scientifico del personale di Arpa Sicilia.

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