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Giovedì, 25 Aprile 2024

Estorsioni, droga e attività intestate a prestanomi: gli affari delle famiglie Brunetto e Cinturrino

L'operazione antimafia "Tuppetturu", nata da uno stralcio di "Isola Bella" (2019), vede come protagonisti esponenti dei clan Cintorrino e Brunetto, articolazioni territoriali delle famiglie catanesi Cappello-Bonaccorsi e Santapaola-Ercolano su Calatabiano, Giarre, Fiumefreddo, Castiglione, Mascali, Giardini Naxos e Taormina

Sono 24 le ordinanze di custodia cautelare in carcere  eseguite questa mattina dai miitari della guardia di finanza del comando provinciale etneo, su disposizione del Gip del tribunale di Catania. L'operazione antimafia "Tuppetturu", nata da uno stralcio di "Isola Bella" (2019), vede come protagonisti esponenti dei clan Cintorrino e Brunetto, articolazioni territoriali delle famiglie catanesi Cappello-Bonaccorsi e Santapaola-Ercolano su Calatabiano, Giarre, Fiumefreddo, Castiglione e Mascali, arrivando anche ai confini del messinese, con Giardini Naxos e Taormina. Luoghi sempre troppo appetibili, sia per quanto riguarda il fenomeno delle estorsioni, che sul fronte dello spaccio. Nota dolente: anche in questo caso, come sottolinea il comandante provinciale della guardia di finanza, Antonio Raimondo, nessuno dei commercianti costretti a pagare il pizzo ha mai sporto denuncia. Al contrario, gli investigatori hanno registrato diversi tentativi di contattare personaggi della malavita locale per "limare" i problemi connessi con il racket.

I nomi degli arrestati

Le accuse

Gli indagati devono rispondere a viario titolo di: associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico organizzato di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e detenzione di armi. Tre le attività commerciali sequestrate, ai fini della confisca, nei comuni di Calatabiano e Giardini Naxos. Sarebbero state gestite da esponenti delle due associazioni o persone loro riconducibili, per foraggiare le casse dell'organizzazione.

I personaggi di spicco dei clan Cintorrino e Brunetto

Le indagini si sono concluse nel 2021 ed hanno permesso di individuare i personaggi di spicco dei due gruppi. Il clan Cintorrino sarebbe stato guidato da Cristian Cullurà, Gaetano Di Bella, Giuseppe Raneri e Mariano Spinella, ed i Brunetto da Giuseppe Andò, Carmelo Caminiti, Orazio Di Grazia, Giuseppe Lisi e Francesco Maugeri. Per evitare controversie e spianare la strada ad un controllo lineare del territorio, gli esponenti delle organizzazioni criminali si incontravano organizzando dei summit in luoghi ritenuti sicuri. Il nome dell'operazione, che fa riferimento alla tipica trottola siciliana, deriva dalla capacità degli indagati di fare la spola incessantemente per portare avanti i propri interessi, senza guardare in faccia a nessuno.

I referenti locali

Per il clan Cintorrino, radicato soprattutto a Calatabiano, Mariano  Spinella, detto “u biondu”, nipote del capo clan Antonino Cintorrino, sarebbe stato referente per l’area di Calatabiano. Mentre Gaetano  Di Bella, detto “Tano ca lente”, avrebbe rappresentato il capo clan Mario Pace dei Cappello nei paesi di Giardini Naxos, Taormina e comuni limitrofi.  Giuseppe Raneri, detto “Peppe Castelmola”, genero di Mariano, avrebbe ricoperto il ruolo di referente per il comune di Castelmola. Cristian Cullurà, infine, sarebbe stato coinvolto in prima persona nelle estorsioni e nel traffico di droga.

Venendo poi al clan Brunetto, attivo soprattuto su Giarre, Fiumefreddo, Mascali e Castiglione di Sicilia, i ruoli di maggior rilievo sarebbero stati ricoperti da Giuseppe  Andò, detto “u cinisi”, promotore dell’associazione criminale  nella fascia ionico-etnea, e Carmelo Caminiti, al secolo “Melo panettone”, referente per il comune di Castiglione di Sicilia.  Orazio Di Grazia e Giuseppe Lisi sono accusati di aver gestito le estorsioni ed il traffico di sostanze stupefacenti. Francesco Maugeri, detto “Franco u paturnisi”, legato ai Santapaola e riconducibile al gruppo di Picanello, si sarebbe occupato della gestione di alcune attività commerciali nella zona di Taormina.

Le estorsioni: nessuno ha mai denunciato

Le estorsioni documentate, grazie anche alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, sono sei. Riguardano attività commerciali attive nei settori della vendita di alimenti e bevande, della balneazione ed edile, nelle province di Messina e Catania. In un caso è stato possibile accertare come un rivenditore di bevande pagasse il pizzo da 20 anni, prima in lire e poi in euro. I proventi alimentavano le casse delle cosche e servivano a mantenere i detenuti e le loro famiglie. Frasi come "cercati l'amico", "aspettiamo risposta", "la prossima volta ti bruciamo il locale", accompagnavano le bottiglie incendiarie lasciate davanti alle saracinesche. In media si richiedevano 3 o 4 mila euro annui, suddivisi in più "rate".Tra i soggetti coinvolti nella gestione delle estorsioni per il clan Brunetto figurano Mariano Spinella, Cristian Cullurà, Giuseppe Raneri, Carmelo Caminiti, Orazio Di Grazia e Giuseppe Ruggeri.

La droga

Il traffico di droga si concentrava, in particolare, su Calatabiano e comuni limitrofi. Durante le indagini è stato sequestrato oltre mezzo chilo di cocaina, nascosto a bordo di una Fiat 600, durante un controllo stradale eseguito a Fiumefreddo.

I nomi delle attività sequestrate

Le attività sequestrate dal Nucleo Pef della guardia di finanza etnea, diretto dal comandante Diego Serra, secondo l'accusa sarebbero state gestite da esponenti dell'organizzazione in maniera diretta o tramite intermediari. Questi i nomi: la ditta individuale "Strangi Giuseppe Manuela", riconducibile al marito Giuseppe Mariano, con sede a Calatabiano, che gestiva la "Trattoria-pizzeria da Peppe" a Calatabiano ed un ortofrutta a Giardini; la Ta.Co. srls, riconducibile all'indagato Cristian Cullurà e relativa al ristorante "La viuzza dei sapori" di Giardini; l'azienda di demolizioni e movimento terra "D.I. Giardini Scavi", riconducibile sempre a Cristian Cullurà e con sede a Giardini Naxos.

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