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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

“Contratto scaduto e condizioni inaccettabili”, scioperano 800 dipendenti della base militare di Sigonella



Lo sciopero è stato proclamato dalle segreterie nazionali di Uiltucs Uil e Fisascat Cisl. La mobilitazione sarà supportata da presidii davanti a tutte le basi americane. A Catania è previsto un concentramento dei lavoratori nella seconda giornata di protesta, domani

Scioperano anche in Sicilia i dipendenti civili delle basi militari statunintesi. Nella base di Sigonella, a Catania, lavorano circa 800 civili oltre a 3.500 militari americani. I lavoratori incroceranno le braccia oggi e domani 30 giugno contro il mancato rinnovo del Contratto nazionale di lavoro, scaduto il 30 ottobre 2021. Lo sciopero è stato proclamato dalle segreterie nazionali di Uiltucs Uil e Fisascat Cisl. La mobilitazione sarà supportata da presidii davanti a tutte le basi americane. A Catania è previsto un concentramento dei lavoratori nella seconda giornata di protesta, domani.

Il segretario generale Paolo Andreani, i segretari nazionali Marianna Flauto e Emilio Fargnoli e il segretario provinciale catanese, Giovanni Casa, ribadiscono che “il ccnl di lavoro è scaduto nel 2021 e nonostante i numerosi incontri la commissione trattante di parte datoriale si è resa indisponibile a migliorare le condizioni economiche e contrattuali del personale civile italiano.

Condotta aggravata dalla richiesta di peggiorare alcuni istituti contrattuali vigenti, come ad esempio quello relativo al trattamento di malattia, rigettando al contempo tutte le richieste oggetto della piattaforma rivendicativa dei rappresentanti dei lavoratori, determinando così l’interruzione del negoziato”. Senza esito anche il tentativo “di conciliazione e raffreddamento” svoltosi il 30 maggio 2023 presso l’Ambasciata degli Stati Uniti, “ben oltre i termini prescritti dal contratto, solo a fronte dello spirito costruttivo e responsabile delle organizzazioni sindacali”.

I sindacati individuano tre possibili macro-tematiche di intervento per risolvere la vertenza: inquadramento del personale, con il superamento della discriminazione operata “tra il personale americano e il personale italiano a parità di mansioni”, perpetrata “anche tra i lavoratori italiani che effettuano le stesse attività presso basi differenti”; il miglioramento delle condizioni economiche, con l’introduzione anche di misure di welfare riservate ai lavoratori. La disponibilità americana, asseriscono i sindacati, è “una misura non solo insufficiente ma di gran lunga inferiore rispetto a quanto messo a disposizione delle negoziazioni avvenute in altri Stati”; infine migliorare le relazioni sindacali, con il miglioramento dei rapporti tra le diverse rappresentanze.

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