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Sabato, 27 Aprile 2024
Da accertare eventuali maltrattamenti

Maxi multa da oltre 63 mila euro per una 41enne: aveva una stalla abusiva con capre tibetane ed un cavallo

Sono stati trovati anche dei farmaci senza alcuna ricetta veterinaria. Gli animali erano privi della documentazione necessaria e sono stati affidati all'Istituto di incremento ippico

Nell’anno in corso i carabinieri del comando provinciale di Catania hanno denunciato più di 27 persone ed emesso sanzioni per oltre 100mila euro per contrastare le corse clandestine di cavalli. Le corse clandestine rappresentano una forma di controllo del territorio da parte dei clan mafiosi ed anche una modalità di reinvestimento di capitali illeciti, in considerazione del giro di soldi investiti nelle scommesse clandestine. In questo contesto, i carabinieri della Stazione di Biancavilla hanno effettuato una perlustrazione delle periferie rurali del paese. All’interno di un terreno di contrada "Scirfi", è stato scoperto un fabbricato abusivo in mattoni, adibito a stalla, in cui era stato richiuso un cavallo col mantello di colore rosso-fulvo. E' stato quindi richiesto l'intervento dei medici veterinari dell’Asp di Catania, distretto veterinario di Paternò, al fine di accertare le sue condizioni di salute ed escludere che fosse stato maltrattato. Questo dubbio è infatti sorto ai carabinieri poichè all’interno della stalla abusiva sono state trovate alcune mensole contenenti diversi farmaci veterinari, di cui la proprietaria dei luoghi, una 41enne del posto, non è stata in grado di fornirne la prescrizione medica necessaria per l’acquisto e la detenzione.

In attesa dell’arrivo degli specialisti, i carabinieri hanno trovato anche delle galline e delle caprette tibetane, decidendo di sottoporre ai dovuti controlli anche questi animali, privi di microchip. Inoltre, non era stato richiesto, e quindi nemmeno rilasciato dall’Asl veterinaria competente, né il "codice stalla per cavalli", né il passaporto dell’animale, che è obbligatorio (come la microchippatura) e serve a identificare i cavalli destinati al consumo umano e quelli non macellabili. Questa distinzione è necessaria perché i medici veterinari devono registrare tutti i trattamenti prescritti all’animale ed anche i farmaci somministrati sono differenti a seconda della destinazione del cavallo.

Perfino la presenza di altri animali, come le caprette, deve essere comunicata all’Asl e l’animale deve essere registrato, munito di bolo o marche auricolari e sottoposto a regolari controlli sanitari. Gli animali sono stati affidati in custodia giudiziale all’istituto catanese di incremento ippico per la Sicilia, in stato di isolamento fino all’esito delle analisi infettivologiche e microbiologiche del caso, per accertare il loro stato di salute. Per la donna è scattata una maxi sanzione amministrativa da 63.600 euro, sia per l’abusivismo edilizio di cui si è resa responsabile, che per le carenze nei confronti degli animali che deteneva.

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