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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca San Cristoforo

Il "kit del consumatore", la candeggina per smaltire la droga e la tentata fuga dai tetti: blitz dei Lupi a San Cristoforo

Ennesima piazza di spaccio smantellata nel quartiere San Cristoforo dai carabinieri del comando provinciale di Catania, con base operativa dello smistamento al dettaglio della droga in due appartamenti di via Alonzo e Consoli. A condurre il blitz i militari della squadra Lupi del nucleo investigativo

Ennesima piazza di spaccio smantellata nel quartiere San Cristoforo dai carabinieri del comando provinciale di Catania, con base operativa dello smistamento al dettaglio della droga in due appartamenti di via Alonzo e Consoli. A condurre il blitz i militari della squadra Lupi del nucleo investigativo che hanno posto sotto la loro lente d’ingrandimento due appartamenti del popoloso quartiere catanese. Nel corso, infatti, dei mirati servizi “d’osservazione discreta e appiattamento” svolti nella zona, i Lupi si sono insospettiti per un insolito via vai di persone, soprattutto giovani, che entravano ed uscivano a qualsiasi ora del giorno e della notte dalle due abitazioni. Da questo particolare sono, quindi, scattate le indagini che hanno portato all’operazione della scorsa sera, con l’arresto dei 6 pusher che gestivano la piazza di spaccio, un 20enne e un 18enne catanese entrambi pregiudicati, un 43enne originario del Senegal ma da diversi anni residente a Catania anch’egli pregiudicato e 3 minorenni, di cui un diciassettenne e due sedicenni, che dovranno rispondere delle accuse di “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”, “detenzione abusiva di munizionamento” e “ricettazione”.

In particolare, l’attività investigativa dei carabinieri ha fatto luce, nel giro di pochi giorni, su quali fossero i locali utilizzati per lo stoccaggio e la vendita della droga, muniti di tutti i possibili dispositivi di sicurezza idonei a prevenire eventuali controlli, con tanto di porta blindata e monitor ad alta risoluzione collegato con delle telecamere che puntavano l’esterno delle abitazioni. Ancora i militari, attraverso le approfondite indagini, sono anche riusciti a comprendere le “tecniche di emergenza” che sarebbero state approntate dai pushers per fuggire, in caso di blitz delle forze dell’ordine.

L’appartamento utilizzato per lo spaccio è, infatti, situato a poca distanza da una palazzina ad un paio di civici di distanza della stessa strada, con ingressi indipendenti, ma entrambi comunicanti attraverso i tetti. Nel caso, quindi, di una visita dei carabinieri, i malviventi avrebbero con tutta probabilità lasciato subito l’abitazione presa di mira per salire sul tetto, procurandosi la fuga attraverso il secondo edificio, guadagnando, a loro avviso, la strada e l’impunità. Naturalmente, nel corso del rocambolesco tragitto, tutta la droga sarebbe dovuta sparire, lanciandola dai tetti o negli scarichi, in modo da non lasciarne traccia.

L'irruzione dei Lupi: due team per beccare gli spacciatori

Non è stato affatto semplice quindi per i carabinieri riuscire a disarticolare la piazza di spaccio, sia a causa della consolidata organizzazione del gruppo di spacciatori, che delle ostiche condizioni ambientali del contesto operativo. Definite le dinamiche criminali, il personale del nucleo investigativo di Catania ha perciò deciso di agire, organizzando il dispositivo di intervento su due squadre, che sincronizzandosi, avrebbero dovuto colpire i due obiettivi allo stesso momento, per scongiurare ogni tentativo di fuga.

Il primo team doveva quindi intervenire nell’appartamento utilizzato come punto di stoccaggio e di spaccio, posto al secondo piano della prima palazzina, al quale affluivano i vari acquirenti, mentre il secondo dispositivo aveva il compito di fare irruzione nel secondo stabile, per bloccare i pushers qualora si fossero allontanati dal punto d’intervento attraverso i tetti. Dopo un prolungato monitoraggio, è così scattato il blitz.

I militari appostati nei pressi del primo obiettivo, avuto accesso all’edificio senza essere notati, sono quindi arrivati in pochi secondi all’appartamento al 2° piano, riuscendo a bloccare gli occupanti nonostante il dispositivo di videosorveglianza proiettato sull’ esterno della palazzina. All’interno, in una casa visibilmente disabitata e priva di mobilio, i carabinieri si sono trovati di fronte al 43enne di origine senegalese, al 20enne catanese e suo cugino di 16 anni. I tre si trovavano nel soggiorno mentre fissavano increduli un monitor della grandezza di 65 pollici, collegato real time a 5 telecamere che osservavano l’intero perimetro esterno della palazzina.

La perquisizione negli appartamenti dello spaccio

Iniziata la perquisizione, su grande tavolo c'erano sparsi diversi oggetti idonei al confezionamento di stupefacenti, in particolare 2 bilancini digitali funzionanti intrisi di cocaina, un pizzino riportante nominativi e relativi importi di denaro, 2 rotoli di carta argentata per il confezionamento della droga, un bruciatore a gas portatile per lo preparazione dello stupefacente cocaina - crack, una confezione di bicarbonato per tagliare la cocaina e svariate bustine in cellophane trasparenti. Un vero e proprio banco di vendita della droga, i cui ricavati venivano annotati appunto sui fogli recuperati.

Nel bagno invece, il WC era stato materialmente sradicato e il pavimento si presentava completamente cosparso di candeggina. Questo perché in caso di blitz, la droga avrebbe dovuto essere smaltita attraverso la condotta fognaria, e poiché l’abitazione non era servita da acqua corrente, il deflusso del narcotico avrebbe dovuto essere agevolato attraverso la candeggina, utile anche a sviare il fiuto di cani cinofili.

Difatti, dietro al sifone del sanitario rimosso, i militari hanno rinvenuto alcune dosi di cocaina già confezionate e pronte ad essere smerciate. Continuando le ricerche, i carabinieri hanno poi trovato, in uno sgabuzzino, un materasso sul quale erano sparse banconote di diverso taglio per un importo complessivo di 1.200 euro e 3 pochettes contenenti rispettivamente la somma di denaro in contanti di 300 euro, 180 euro e 200 euro, per un totale di 1.880 euro. Tutto il denaro è stato immediatamente sequestrato, trattandosi del ricavato dell’attività illecita di spaccio.

Infine in una camera sono stati trovati due fanali posteriori di colore bianco, appartenuti ad una Smart for Two. Alcuni acquirenti infatti, versando in situazioni di totale indigenza, per comprare le dosi barattano anche parti di carrozzeria provento di furto, che sono poi immessi nella filiera del mercato illecito dei pezzi di ricambio rubati.

Negli stessi attimi del primo blitz, il secondo team ha fatto irruzione nell’altro appartamento, un immobile composto da due piani. Qui, i carabinieri hanno trovato il 18enne e i due 16enni, che alla vista dei militari hanno cercato di scappare attraverso il tetto, non riuscendo tuttavia nel loro intento, poiché i militari, avevano già studiato tutti i possibili accessi, sono riusciti a bloccarli all’esterno prima di raggiungere l’altro appartamento. Durante la fuga, il diciottenne si è disfatto di due borselli in pelle di colore grigio, lanciandolo sui tetti adicenti, che sono stati comunque subito recuperati dai militari operanti. Nei borselli sono stati rinvenuti due bilancini digitali di precisione perfettamente funzionanti e intrisi di cocaina, numerose buste di cellophane trasparenti per confezionare la droga, 3 buste contenenti marijuana del tipo amnesia per un peso complessivo di 150 grammi, 25 grammi di crack, diverse dosi di cocaina, nonchè una cartuccia per pistola calibro 38 special e la somma in contanti di 85 euro, oltre a numerosi “Kit del consumatore”. Questi ultimi sono una sorta di gadget, che i pusher concedono in regalo ai loro acquirenti, composti da una confezione di filtri, una di cartine e un accendino, tenuti insieme tramite dello scotch. In tal modo i 6 spacciatori fornivano un “servizio aggiuntivo” ai loro clienti, che non dovevano nemmeno scomodarsi ad andare in tabaccheria ad acquistare il materiale occorrente al consumo della droga.

Tutti e sei gli spacciatori sono stati posti a disposizione dell’Autorità giudiziaria, che ha disposto per i tre maggiorenni la convalida dell’arresto e l’applicazione della custodia cautelare in carcere, mentre per i tre minorenni l’Autorità giudiziaria per i minori ha disposto la convalida dell’arresto e l’affidamento in comunità minorile.

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