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Domenica, 28 Aprile 2024
Estorsioni in edilizia

Tentano di imporre il pizzo ad un cantiere edile, arrestati due pregiudicati: "Diamo fuoco ai furgoni"

L’indagine è scaturita dalla denuncia di due imprenditori. Gli estorsori avevano prospettato l'ipotesi di un danno tanto grave da impedire la prosecuzione dei lavori, nel caso in cui la richiesta di denaro fosse rimasta disattesa

I carabinieri di Giare hanno arrestato per estorsione e rapina in concorso, aggravate dal metodo mafioso, i pregiudicati Massimo Messina e Carmelo Pollicina.  L’indagine dei Carabinieri è scaturita dalla denuncia di due imprenditori edili e del loro capo cantiere, vittime di reiterate richieste estorsive, subite in uncantiere allestito per la ristrutturazione di alcune palazzine a Giarre. 

L'assicurazione 

A inizio giugno, i due pregiudicati si sarebbero recati presso il cantiere edile a bordo di una Fiat 500 di colore blu e dopo un colloquio col capo cantiere,  avrebbero dichiarato di essere in cerca lavoro, per poi passare a una la richiesta estorsiva, velata dietro una domanda sulla copertura assicurativa del cantiere. Prima di lasciare il cantiere, i due hanno chiesto al capocantiere rassicurazione sul fatto che avrebbe raccontato della loro visita al titolare dell’impresa, riferendo nel contempo che il titolare dell'impresa edile li avrebbe potuti rintracciare presso un chiosco bibite di Giarre. 

La  seconda richiesta

Il secondo episodio estorsivo si sarebbe verificato qualche giorno dopo, allorquando i due soggetti ritornati presso il cantiere edile a bordo della medesima auto, avrebbero avvicinato nuovamente il capo cantiere. In questa circostanza il tono dei due estorsori nei confronti della vittima sarebbe stato più minaccioso. Avrebbero chiesto spiegazioni in merito al fatto di non essere stati ancora contattati e avrebbero alluso chiaramente alla prospettiva di un eventuale danno, tanto grave da impedire la prosecuzione dei lavori nel caso la richiesta di denarofosse rimasta disattesa. Prima di congedarsi, i due avrebbero inoltre diffidato la loro vittima dal presentare denuncia alle forze dell’ordine.

"Vi diamo fuoco ai furgoni"

A distanza di qualche giorno, infine, il terzo episodio della vicenda, che avrebbe coinvolto direttamente uno dei due titolari dell’impresa edile, il quale, presente sul posto, sarebbe stato avvisato da un suo operaio della presenza di alcune persone che avrebbero voluto parlargli. L imprenditore, dopo aver notato due uomini a bordo della solita Fiat 500 blu, si sarebbe avvicinato al veicolo e dopo avergli chiesto cosa volessero, avrebbe ricevuto una prima risposta evasiva, ossia che si erano fermati per osservare le palazzine in fase di ristrutturazione, per poi spostarsi di qualche metro con la macchina e raggiungere il capo cantiere. Insospettito dall’atteggiamento ambiguo dei due il titolare della ditta, li avrebbe poi seguiti per parlare. Uno dei due gli avrebbe chiesto ironicamente se vi fosse possibilità di lavoro ed alla sua ferma risposta negativa, avrebbe colto l’occasione per indirizzargli la minaccia esplicita: "Allora sai che c’è?! Lunedì prossimo neanche vi facciamo arrivare! Vi fermiamo e vi diamo fuoco ai furgoni".

Geolocalizzazione e arresto

Le indagini hanno consentito di identificare gli indagati, ricostruendo il profilo e i movimenti dei due individui. Di fondamentale importanza le verifiche sul veicolo utilizzato per accedere al cantiere,  intestato ad un parente di uno dei due pregiudicati. Inoltre, tramite il dispositivo di localizzazione satellitare di proprietà della compagnia di assicurazione, gli investigatori sono riusciti a ricostruire nel dettaglio tutte le posizioni dell’auto,  a conferma delle dichiarazioni delle persone offese. Nelle date e negli orari indicati, la macchina si sarebbe trovata in un punto corrispondente al cantiere edile teatro delle richieste estorsive. I due estortori sono stati riconosciuti in foto dalle vittime e dopo l'arresto sono stati reclusi nel carcere di Bicocca. 

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