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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Fermati i presunti scafisti dello sbarco di fine agosto: avrebbero chiesto 5mila euro a migrante

Dalle dichiarazioni rese da alcuni testimoni è stato possibile ricostruire i ruoli ricoperti da ciascuno dei tre accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

Sono state fermate le tre persone che hanno trasportato 500 migranti perché accusate di favoreggiamento all'immigrazione clandestina. Un primo gruppo di 285 persone è sbarcato nel capoluogo etneo il 31 agosto e la sera precedente, a circa 15 miglia dalle coste antistanti Bovalino, a Reggio Calabria ed è stato soccorso dalla nave 'Cinus' della guardia di finanza e da un pattugliatore di Frontex, nell'atto in cui si trovavano su un peschereccio lasciato andare alla deriva, stipati insieme ad altri, per complessivi 500 migranti, parte dei quali successivamente fatti sbarcare al porto di Messina. Le indagini hanno consentito di individuare nei tre i responsabili del comando dell'imbarcazione in legno e ferro, a bordo della quale erano stati stipati i migranti. 

Dalle dichiarazioni rese da alcuni testimoni è stato possibile ricostruire i ruoli ricoperti da ciascuno dei tre fermati: uno avrebbe rivestito la figura di comandante del peschereccio e avrebbe utilizzato un grosso coltello che secondo gli investigatori "brandiva ogni qualvolta controllava i migranti per mantenere l'ordine". Un altro indagato era deputato alla sorveglianza dei migranti sul peschereccio, durante la fase di navigazione; a lui anche il compito di motorista. Uno dei tre era stato già coinvolto in precedenza sempre per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, tanto da potere essere qualificato come esperto nel favorire l'immigrazione clandestina.

Era stato fermato il 15 giugno 2014 dalla squadra mobile di Reggio Calabria, in quanto ritenuto responsabile, insieme ad altri non identificati, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, per avere condotto un peschereccio proveniente dall'Egitto con a bordo 283 cittadini extracomunitari, poi lasciato andare alla deriva. Dalle dichiarazioni rese dai migranti è emerso che la somma pretesa dai trafficanti per l'ammissione alla traversata via mare è stata in media di cinquemila euro ciascuno e che il viaggio dei migranti a bordo del peschereccio era durato quattro giorni. Durante la traversata ai migranti, non si era esitato a fare ricorso alla violenza, distribuendo ai migranti cibo e acqua in misura ridotta.

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