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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Giudice libera tre migranti: "Il decreto del governo è illegittimo"

Il ministero dell'Interno impugnerà il provvedimento. FdI: "Decisione politica e ideologica". Santalucia (Anm): "È la democrazia"

Le misure introdotte dall'esecutivo con il recente decreto sull'immigrazione sono "incompatibili con le norme Ue". Con questa motivazione il tribunale di Catania ha accolto il ricorso di tre migranti tunisini, sbarcati a metà settembre a Lampedusa e poi portati nel nuovo centro di Pozzallo. Secondo il giudice il decreto del governo è "illegittimo in più parti", in particolare non si possono trattenere i richiedenti asilo che provengono dai cosiddetti Paesi sicuri in attesa dell'esito della procedura di frontiera accelerata. 

Il ministero dell'Interno non ci sta e annuncia ricorso mentre uno dei migranti tunisini per il quale il tribunale di Catania ha disposto il non trattenimento, M.H. di 31 anni, ringrazia il giudice. "Anche se adesso sono ancora in un hotspot a Pozzallo, sono molto felice perché ho in tasca l'attestato nominativo di richiedente asilo. Ero già venuto una volta in Italia due anni fa, sempre su un barcone, ma quella volta non ero riuscito ad attivare la richiesta di protezione internazionale. Ringrazio Dio e il giudice, posso finalmente far valere le mie richieste, perché ho un problema nel mio Paese". Andiamo per ordine.

Giudice Catania: "Decreto è incompatibile con norme Ue"

Il tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di tre migranti irregolari, cittadini tunisini, dichiarando che il decreto del governo è illegittimo, "non è compatibile con gli articoli 8 e 9 della direttiva 2013/33, come interpretati dalla Corte di Giustizia". Secondo il giudice "la normativa interna incompatibile con quella dell'Unione va disapplicata dal giudice nazionale e il provvedimento del questore non è corredato da idonea motivazione perché difetta ogni valutazione su base individuale delle esigenze di protezione manifestate, nonché della necessità e proporzionalità della misura in relazione alla possibilità di applicare misure meno coercitive". "Deve infatti escludersi - spiega - che la mera provenienza del richiedente asilo da Paese di origine sicuro possa automaticamente privare il suddetto richiedente del diritto a fare ingresso nel territorio italiano per richiedere asilo". Il giudice non contesta solo la nuova procedura di trattenimento ma anche la cauzione di 5.000 euro da pagare per non andare nel centro.

Cosa ci sarà nel nuovo decreto legge sui migranti

Il Viminale non ci sta, impugnerà il provvedimento del tribunale di Catania che ha negato la convalida del trattenimento dei tre migranti. Fonti vicine al dossier migranti sottolineano all’Ansa che "la procedura accelerata di frontiera è uno degli aspetti che, già contenuto nella direttiva europea 2013, trova oggi l'unanime consenso dei Paesi europei nell'ambito del costruendo nuovo Patto per le migrazioni e l'asilo e che il governo italiano ha disciplinato nel decreto Cutro".

Le reazioni

Si tratta di una "decisione politica e ideologica", ha tuonato la deputata di FdI, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione. "Le ordinanze appaiono infatti poco ancorate al quadro normativo vigente e immagino che saranno impugnate dall'avvocatura dello Stato. Spiace dover constatare come ancora una volta si pieghi il diritto all'ideologia. Le sentenze sconfessano non solo e non tanto il decreto del governo, ma la normativa europea su cui il decreto poggia". "Purtroppo - ha continuato -, come già accaduto in passato, mentre il governo lavora per fermare l'immigrazione illegale di massa e la tratta di esseri umani, una parte della magistratura ideologizzata fa di tutto per ostacolarlo".

"Noi non partecipiamo all'indirizzo politico e governativo, facciamo giurisdizione – ha prontamente risposto il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia -. È fisiologico che ci possano essere provvedimenti dei giudici che vanno contro alcuni progetti e programmi di governo. E questo non deve essere vissuto come una interferenza , questa è la democrazia".

"Le sentenze si rispettano - ha dichiarato il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna -. Ho manifestato sempre le perplessità sulla istituzione di questi centri. Il fenomeno dell'immigrazione non si può affrontare solo con queste modalità. Aspettiamo, comunque, che il ministero dell'Interno, dia indicazioni precise, atteso che non cambia la posizione collaborativa con tutte le istituzioni della città di Pozzallo, da sempre orientata a favorire le politiche dell'accoglienza e dell'integrazione".

Fonte today.it

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