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Cronaca

Operazione "Oleandro": la gestione della "cassa comune" e il supporto finanziario a detenuti ed ex detenuti

A gestire questo supporto finanziario, Carmelo Salemi reggente del gruppo di Picanello. A lui si rivolgevano gli affiliati o i loro parenti per ricevere "stipendi", "regali" di Pasqua, per pagare le parcelle degli avvocati o sostenere le spese di viaggio per andare ai colloqui in carcere

Traffico di stupefacenti, estorsioni, usura e controllo di diverse attività imprenditoriali. Proventi illeciti che confluivano in una "cassa comune" a disposizione di detenuti ed ex detenuti da poco usciti dal carcere e, quindi, ancora in una situazione economica precaria. A gestire questo "supporto finanziario": Carmelo Salemi reggente del gruppo di Picanello.

A lui si rivolgevano gli affiliati o i loro parenti per ricevere "stipendi", "regali" di Pasqua, per pagare le parcelle degli avvocati o sostenere le spese di viaggio in occasione delle trasferte per i colloqui con i parenti detenuti in carcere. 

"Fare un colloquio è importante", dichiarava Salemi durante una discussione intercettata. Mille euro a colloquio. "Per comprare il biglietto dell'aereo...e poi te la devi comprare qualcosa da mangiare che ti strappano la testa là ... ci devi lasciare i soldi a colloquio?...io lo so che significa in galera non fare un colloquio", si legge nelle carte dell'ordinanza. 

C'era anche chi, scarcerato da poco, doveva ristrutturare casa ma non aveva il denaro necessario per fare i lavori. Ecco che Salemi incaricava Giuseppe Gambadoro di rintracciare un imbianchino per tinteggiare la casa dell'affiliato: "Usciamo un pittore e ci facciamo fare la casa”.

Nella casa e nel negozio di Salemi, c'era una via vai continuo di gente che chiedeva soldi. Ad un certo punto, anche il boss si innervosisce manifestando il suo malumore: "Salgono da me e vogliono soldi... mi deve morire mio figlio, ma io per stare in pace che devo fare ancora? Mi deve morire mia figlia... io non ce la faccio più".

In un'altra occasione la moglie di un detenuto si recava presso l'abitazione di Salemi a chiedere denaro per il sostentamento della propria famiglia e del marito in carcere, ma anche per ottenere un aiuto al fine di effettuare una ristrutturazione della propria abitazione. La donna si lamentava dell'insufficienza dell'importo consegnatole. "50 euro al giorno ci vogliono...benzina, sigarette”, sosteneva la donna. Salemi, invece, consigliava: “Ma perché non ci fai levare il vizio delle sigarette?".

Una gestione puntigliosa della "cassa comune". Crediti e debiti che venivano segnati, in modo preciso, nella "carta". Guadagni e spese registrate per monitorare i flussi di entrate e uscite. E non erano ammessi favori. Come, ad esempio, il debito di 15 mila euro accumulato da Gambadoro per debiti personali di gioco che Salemi non aveva potuto cancellare in quanto già scritto nella “carta”. 

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