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Sabato, 27 Aprile 2024
Furti

Tentano di rubare una moto e trascinano un uomo aggrappato alla loro auto: in carcere due trentenni

La misura cautelare è stata eseguita dai carabinieri. Al momento della notifica, uno dei due presunti rapinatori ha cercato di fuggire: nascondeva in casa una pistola ed un giubbotto antiproiettile

I carabinieri di Zafferana Etnea, insieme ai colleghi della Compagnia di Giarre e dallo squadrone "Cacciatori di Sicilia", hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di David Musumeci, 36enne di Zafferana Etnea e del 32enne Elia Raciti, di Santa Venerina. Entrambi sono accusati di rapina impropria e lesioni personali aggravate in concorso.

Il tentativo di furto di una moto finisce in rapina

Nella serata dello scorso 11 novembre, nella frazione zafferanese di Pisano, un imprenditore 54enne ed il figlio 17enne che si trovavano all’interno di un salone da barbiere, sarebbero stati avvisati da un altro cliente che due persone stavano tentando di rubare la motocicletta del giovane, una Husquarna 125 parcheggiata proprio all’esterno del locale. Padre e figlio sono subito corsi in strada, e trovandosi di fronte a due uomini che stavano cercando di rubare la moto, avrebbero cercato di farli desistere, urlandogli contro di smetterla. Ma i due, anzichè desistere, hanno ingaggiato con loro una violenta colluttazione. Durante l’aggressione, uno dei rapinatori sarebbe addirittura riuscito a strappare il borsello che il padre teneva a tracolla, contenente oltre 2mila euro in contanti (la paga dei dipendenti) ed alcuni oggetti personali, per poi fuggire insieme al complice a bordo di una Lancia Y che era stata parcheggiata a pochi metri di distanza.

L'imprenditore aggrappato all'auto in fuga per recuperare i soldi rubati

La vittima, in un estremo tentativo di recuperare il proprio marsupio, si sarebbe infine aggrappata allo sportello dell’auto in fuga, ma il conducente avrebbe invece effettuato alcune pericolose manovre per liberarsi dalla sua presa, zigzagndo per fargli perdere l’equilibrio, fino a farlo a cadere rovinosamente sull’asfalto. In una manciata di minuti i carabinieri di Zafferana Etnea, intervenuti sul posto dopo le numerose telefonate dei passanti che avevano assistito alla scena, hanno immediatamente avviato le indagini volte per identificare i rapinatori. Attraverso quindi tutta una serie di accertamenti, tra cui anche la raccolta di dichiarazioni testimoniali e la profonda conoscenza dell’ambiente criminale del territorio, i militari dell’Arma sono così riusciti a raccogliere una serie di prove a carico di Musumeci e Raciti.

Il tentativo di fuga dal terrazzo

Il secondo, in particolare, era già stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza e divieto di uscire dalla propria abitazione dalle ore 21 alle 6. Gli investigatori hanno così redatto un album fotografico contenente diverse immagini, tra cui anche quelle dei due sospettati, poi mostrato alle due vittime, che hanno riconosciuto senza ombra di dubbio i malviventi. Per l’esecuzione della misura cautelare in carcere degli indagati, sono stati impegnati anche i militari della Compagnia di Giarre, con la collaborazione dei "Cacciatori di Sicilia", al fine di scongiurare un’eventuale fuga. Ed infatti Elia Raciti, avendo all’ultimo momento compreso che non si trattava di un semplice controllo di routine, durante le fasi di cattura ha bloccato con un chiavistello la porta d’ingresso, in modo da impedire ai militari un facile accesso ed ha tentato di scappare attraverso il terrazzo di casa lungo i tetti dei palazzi adiacenti.

Trovata una pistola ed un giubbotto antiproiettile

Ma i carabinieri sono riusciti a raggiungerlo dopo alcune decine di metri. Allo stesso tempo, gli altri colleghi sono stati in grado di recuperare, tra la fitta vegetazione, il borsello che l’uomo aveva gettato via durante la fuga. Al suo interno c'era una pistola semiautomatica Tanfoglio cal. 9x21, con matricola abrasa e canna modificata per l’utilizzo di un silenziatore, munita di due caricatori con 28 colpi inseriti. Dentro la sua abitazione c'era poi un giubbotto antiproiettile, nascosto nell’intercapedine di un letto. Sequestrate anche una dose di marijuana ed una di cocaina. Oltre al provvedimento a suo carico già emesso dall’autorità giudiziaria, Raciti dovrà anche rispondere del tentativo di fuga e della detenzione illegale di arma clandestina, oltre alla e l violazione degli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Sia lui che David Musumeci si trovano adesso presso il carcere catanese di Piazza Lanza.

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