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Sabato, 27 Aprile 2024
Il caso

Torna in Sicilia su un barcone per vivere a Catania, la città dove è nata: deciderà il tribunale

Il 24 gennaio udienza contro il ricorso del Giudice di pace che si è dichiarato incompetente a trattare l'opposizione a un decreto di espatrio, emesso dal questore di Trapani, nei confronti di una ventenne nata a Catania da genitori tunisini

È stata fissata per il 24 gennaio 2024 l'udienza davanti alla prima sezione civile del Tribunale di Catania per il ricorso contro l'ordinanza del Giudice di pace che si è dichiarato incompetente a trattare l'opposizione a un decreto di espatrio emesso dal Questore di Trapani nei confronti di una ventenne nata a Catania da genitori tunisini che era tornata nell'isola, su un barcone approdato a Pantelleria, per raggiungere la madre che era rimasta nel capoluogo etneo.

Il giudice Rosario Cuprì ha ritenuto che "non sussistono gravi motivi per sospendere l'esecuzione del provvedimento" e ha fissato l'udienza di comparizione delle parti per il 24 gennaio prossimo. Al centro della vicenda la storia della ventenne che il padre, dopo una serie di liti con la moglie, aveva costretto a tornare con lui in Tunisia. Una volta diventata maggiorenne, lei ha avviato l'iter per tornare in Italia e stare con la madre, che ha continuato a mandare soldi, ma non è riuscita a ottenere i permessi. Così la donna ha deciso di pagare i trafficanti e salire su uno dei barconi che attraversano il Mediterraneo. Il 25 agosto scorso, sei giorni dopo il suo arrivo a Pantelleria, è stato emesso un decreto di espulsione. La ragazza, libera di rientrare a Catania con la madre che era andata a prenderla, ha presentato ricorso, ma il giudice di pace del capoluogo etneo si è dichiarato incompetente per territorio ritenendola radicata a Trapani.

Contro questa decisione ha depositato un atto di appello al Tribunale civile il legale della giovane, l'avvocato Giuseppe Lipera, rilevando, tra l'altro, che "la ragazza è nata a Catania, che ha sempre vissuto in questa città, se non quando il padre con la forza l'ha costretta a tornare in Tunisia" e che "l'eventuale 'permanenza clandestina' si sarebbe consumata nel capoluogo etneo" . "A Catania - spiega il legale - la ragazza ha frequentato l'asilo, ha imparato a camminare e a parlare, finché, a causa di incomprensioni e liti domestiche, il padre, senza alcun preavviso, arbitrariamente è tornato in Tunisia portandola con se, all'insaputa della madre. A nulla sono servite le querele sporte dalla madre nei confronti dell'ex marito."

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