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Cronaca

Omicidio Biancavilla, legale della moglie: "Gip la affidi a una comunità"

Detenzione cautelare in una comunità protetta o agli arresti domiciliari. Questa la richiesta che il legale Luigi Cuscunà intende chidere per Vincenzina Ingrassia. E' in corso infatti nel carcere catanese di piazza Lanza di Catania l'udienza di convalida della donna di 64 anni che ha confessato di avere ucciso Alfio Longo

Detenzione cautelare in una comunità protetta o agli arresti domiciliari. Questa la richiesta che il legale Luigi Cuscunà ha chiesto per Vincenzina Ingrassia durante l'udienza di convalida della donna di 64 anni che ha confessato di avere ucciso il 27 agosto scorso, il marito, Alfio Longo, 67 anni, elettricista in pensione, simulando una rapina nella loro villa di contrada "Vigne" a Biancavilla. L'udienza, tenutasi nel carcere di piazza Lanza, è durata circa 3 ore.

Il Gip Loredana Pezzino dovrà decidere se convalidare il fermo per omicidio volontario, emesso dalla Procura ed eseguito dai carabinieri, e se emettere un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. "La signora - ha fatto sapere l'avvocato Cuscunà - ha confessato, e quindi non può inquinare le prove, non c'e' neppure pericolo di fuga o la possibilità che possa reiterare il reato. La detenzione in carcere per noi è afflittiva e non giustificata". L'avvocato ha anche rivelato che la sua assistita le aveva parlato di due aborti procurati dal marito quando la coppia risiedeva in Germania.

"Amavo mio marito perchè era un uomo premuroso che non mi faceva mancava alcunchè ", ma "mi usava violenza quasi tutti i giorni" e "adesso sono pentita di quello che ho fatto". Queste le parole di Vincenzina Ingrassia al Gip di Catania nell'udienza di convalida di quest'oggi.

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