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Porto, nuovo varco doganale: secondo la Uil non è sicuro per la salute

Il nuovo piano di accessi, fa parte di un sistema di sicurezza che si sta sperimentando a Catania. Un sistema di 54 telecamere di sicurezza (alcune delle quali leggono le targhe) e di 11 varchi, finanziato dal Ministero dei Trasporti

Da qualche giorno, è stato varato un nuovo piano di accessi al Porto di Catania. Il varco si trova proprio nei pressi dell'ingresso storico del Porto, lungo via Dusmet e sotto gli Archi della Marina. Secondo però la Uil etnea non è sicuro.

Per il sindacato, l'allarme è "per la salute dei dipendenti, che si vedono costretti a lavorare in condizioni estreme, senza i requisiti previsti dalle norme e costretti a respirare ossido di carbonio in maniere costante per il passaggio ‘lento’, quasi con sosta continua di migliaia di automobili".

Il segretario Uil Pubblica Amministrazione, Armando Algozzino, ha inviato una lettera di protesta alle autorità, era “fuori uso da molto tempo” e la sua apertura “fa parte della determinazione con la quale l'Autorità portuale ha deciso il 20 settembre scorso una fase di collaudo di 15 giorni del sistema integrato di security che prevede un sistema di controllo degli accessi".

Il nuovo piano di accessi, fa parte di un sistema di sicurezza che si sta sperimentando a Catania. Un sistema di 54 telecamere di sicurezza (alcune delle quali leggono le targhe) e di 11 varchi, finanziato dal Ministero dei Trasporti anche per evitare i furti di camion e merci all’interno dello scalo. Secondo i bene informati, però, il problema dell'inquinamento per i dipendenti è solo temporaneo: quando il Piano entrerà a regime, infatti, il numero delle auto che passerà dai varchi sarà molto minore perché ci vorrà un badge speciale per accedere nelle diverse aree del Porto.

 

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