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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il provvedimento

Disposto lo sgombero della baraccopoli di contrada Ciappe Bianche

Il primo cittadino di Paternò, Nino Naso, annuncia la convocazione di un tavolo tecnico per trovare una sistemazione agli extracomunitari che oggi vivono in alloggi di fortuna

Il sindaco di Paternò, Nino Naso, ha chiesto lo sgombero della baraccopoli presente in contrada Ciappe Bianche, su un terreno privato, in cui vivono decine di braccianti stagionali stranieri, in precarie condizioni sanitarie. Qui aveva trovato un precario rifugio anche il marocchino Mouna Mohamed, ucciso lo scorso 4 febbraio da un connazionale, che è poi fuggito a Milano prima di essere arrestato dai carabinieri.

Il sindaco Naso: "Condizioni di vita indecenti"

"Ho già chiesto al Prefetto Maria Carmela Librizzi di convocare un tavolo tecnico con le forze dell'ordine, i sindacati e tutte le associazioni che già operano sul territorio per trovare una soluzione adeguata e permettere il ricollocamento delle persone che, attualmente, vivono in una condizione indecente, di estremo degrado. E' necessario accertare quanti di loro sono in regola, manca ad oggi anche una stima numerica certa dei migranti presenti. Agiremo con la massima trasparenza. Non è ancora stata fissata una data per rendere esecutivo lo sgombero ed attendiamo anche la calendarizzazione dell'incontro con le istituzioni coinvolte". L'ultima ispezione, eseguita dai carabinieri, risale ad una decina di giorni fa. In occasione di un controllo sulle condizioni lavorative dei braccianti agricoli impiegati nella raccolta delle arance, è stato individuato un caporale romeno che avrebbe trattenuto parte della paga di alcuni tunisini irregolari, in cambio dell'accompagnamento sul luogo di lavoro, alcuni agrumeti paternesi.

Pd, M5S ed Europa Verde chiedono garanzie

Sulla questione dello sgombero intervengono con una nota congiunta le segreterie locali di M5S - Europa Verde e PD. "Cosa ne sarà degli extracomunitari? Il sindaco ha già ideato un piano per la loro collocazione, una volta sfollati? E' consapevole dei rischi che tale provvedimento potrebbe causare all'ordine pubblico? Immaginiamo si renda conto che le persone che da un giorno all'altro si vedranno tolto l'unico rifugio, molto probabilmente finirebbero per cercare dimora nei tanti edifici abbandonati presenti in città?". La richiesta avanzata, che allo stato attuale sembrerebbe quindi essere superata,  è quella di creare "un tavolo tecnico con le associazioni di volontariato, le parrocchie e le parti sociali e politiche di questa città, al fine di individuare una soluzione condivisibile, perseguibile e soprattutto che garantisca un tetto alle persone che saranno sfollate".

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