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L’Università di Catania ospita tirocini di inclusione sociale

Unict tra i primi atenei in Italia. Ieri visita del rettore all’Orto botanico per incontrare i ragazzi coinvolti nel progetto

"L’Orto botanico è un posto speciale, mi fa sentire rilassata come se fossi al mare. Lavorare qui mi permette di imparare tante cose che prima non conoscevo, e con la mia attività all’interno della biblioteca sto scoprendo delle capacità che non immaginavo di avere".

A. è una ragazza catanese di 21 anni, e come si dice in questi casi, è “entrata precocemente nel circuito penale”.  Dagli inizi di aprile sta però svolgendo un tirocinio di inclusione sociale nel giardino scientifico dell’Università di Catania, insieme a G., suo coetaneo, anch’egli seguito dagli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni del Tribunale, impegnato con lavori di manutenzione del verde.

Lo scorso 5 maggio 2022 hanno incontrato il rettore Francesco Priolo. E il rettore ha potuto toccare con mano la grande soddisfazione dei due ragazzi, accolti con simpatia e attenzione da tutto il personale dell’Orto.

Ad accogliere il prof. Priolo c’erano anche il direttore dell’Orto botanico Giampietro Giusso del Galdo, la direttrice degli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni Roberta Montalto e l’assistente sociale Enza Rosano, i professori Teresa Consoli, Attilio Scuderi e Fabrizio Siracusano, che stanno curando il progetto per conto dell’Ateneo, gli operatori della cooperativa Prospettiva, da anni impegnata sui temi della devianza minorile, il referente dell’Istituto Psicoanalitico di Ricerca sociale di Roma, Antonio Fisichella, e il tutor dei ragazzi Giuseppe Siracusa.

Un impegno evidentemente corale che è stato possibile grazie all’impulso iniziale dell’Iprs, vincitore di un progetto su fondi PON Legalità 2014-2020 finalizzato a favorire l’inclusione sociale e la diffusione della legalità nelle regioni meridionali.

Qui è nata l’idea di coinvolgere, per la prima volta in Italia, anche l’Università in attività di inclusione sociale per soggetti a rischio di devianza, ed è stata creata una rete con i Servizi della Giustizia minorile sul territorio – attraverso un protocollo d’intesa - con l’obiettivo di costruire piani educativi e percorsi di accompagnamento per i minorenni in carico al progetto, quotidianamente realizzati con l’intervento della cooperativa, soggetto promotore del tirocinio formativo, e supervisionati dal Tribunale.

L’Università di Catania ha risposto prontamente, ha offerto la disponibilità delle proprie sedi, ha verificato l’idoneità e la congruità dei servizi con i profili dei ragazzi da accogliere e, per questa prima sperimentazione, ha individuato l’Orto botanico come luogo di avvio del progetto.

Il rettore auspica che si possa andare successivamente con altre iniziative del genere, anche alla luce dell'inchiesta della Commissione Antimafia sulla Condizione Minorile a Catania, che ha individuato una situazione allarmante per quanto riguarda i dati sull'abbandono scolastico: "Se il progetto pilota avrà successo abbiamo tanti altri luoghi che possono ospitare esperienze analoghe: penso ai nostri musei, ma anche all’azienda agraria sperimentale. L’Università non deve occuparsi solo di formazione e ricerca, ma deve poter offrire al proprio territorio iniziative concrete di solidarietà e di inclusione sociale. Nella nostra struttura questi ragazzi possono acquisire nuove conoscenze, dandoci al tempo stesso una mano e divertendosi. Questo progetto ha tutto per poter diventare un valore aggiunto per le loro vite".

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