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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Mafia ed estorsione, operazione contro cosca Scalisi: 8 misure cautelari

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catania e dal Commissariato della Polizia di Adrano hanno consentito di 'decapitare' i vertici dell'organizzazione mafiosa Scalisi, operante nel comprensorio di Adrano, alleata della famiglia Laudani di Catania

La Polizia di Catania ha eseguito 8 misure cautelari nei confronti di altrettanti presunti affiliati al clan Scalisi per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso - cosca Scalisi, estorsione, con l'aggravante di essere associazione armata.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catania e dal Commissariato della Polizia di Adrano e denominata 'Timeout' hanno consentito di 'decapitare' i vertici dell'organizzazione mafiosa Scalisi, operante nel comprensorio di Adrano, alleata della famiglia Laudani di Catania (VIDEO). 

Le indagini, avviate nel mese di maggio 2011 e conclusesi nell'aprile 2012, hanno permesso di monitorare le dinamiche interne alla cosca che aveva subito un duro colpo a seguito dell'operazione di Polizia "Terra Bruciata", condotta il 29 aprile 2009. Le investigazioni hanno attestato come il boss Scarvaglieri Giuseppe, sebbene detenuto, continuasse a mantenerne la leadership dettando le disposizioni per mantenere il controllo delle attivita' illecite nel comprensorio adranita. Proprio il boss detenuto aveva maturato un cambio di strategia, preferendo mantenere defilati dalla gestione del sodalizio i propri familiari (VIDEO).

Le indagini hanno evidenziato lo stato di fibrillazione presente in seno al gruppo criminale, dovuto proprio all’assenza momentanea di un leader all’altezza di reggerne le fila. Motivo per il quale la stessa famiglia Laudani di Catania era direttamente intervenuta affiancando al Di Marco un proprio referente.

Tra i destinatari della misura cautelare figurano Pietro Maccarone, attuale reggente della cosca, ed altri elementi di rango apicale quali Pietro Severino e Francesco Coco, Gaetano Di Marco e Alfio Di Primo. Nel corso delle indagini e' stato individuato un tentativo di estorsione in danno di un imprenditore impegnato nei lavori di risistemazione della strada provinciale 231, il quale aveva subito il danneggiamento di un mezzo meccanico di proprieta' dell'azienda. 

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