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Cronaca

"Uniti per la Pace" la solidarietà e la vicinanza dell’ateneo catanese al popolo ucraino

"Siamo pronti ad accogliere studenti, giovani ricercatori e docenti dell’Ucraina per garantire loro il diritto allo studio, alla ricerca e alla formazione" ha detto la prorettrice Francesca Longo all’iniziativa promossa dagli universitari catanesi

“L’Università di Catania è pronta ad accogliere studenti, ricercatori e docenti ucraini per garantire loro il diritto allo studio, alla ricerca e alla formazione e a tal fine ci siamo già attivati in azione coordinata con il Ministero dell’Università e della Ricerca e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e anche con l’associazione europea dei giovani ricercatori. Stiamo cercando, in questo momento particolarmente difficile per la politica internazionale, di fornire il nostro contributo con ogni forma e azione di inclusione e accoglienza per tutti coloro che purtroppo adesso non riescono a svolgere i propri studi e le proprie ricerche".

È il messaggio che ha lanciato ieri la prorettrice Francesca Longo dell’Università di Catania nel corso dell’incontro dal titolo “Analisi e riflessioni sulla crisi russo-ucraina”. Un’iniziativa - organizzata dalle associazioni culturali e studentesche insieme con la Consulta degli studenti dell’Università di Catania - che ha richiamato, nell’aula magna del Palazzo centrale, numerosi studenti, ricercatori e docenti dell’ateneo. La Consulta degli studenti dell’ateneo - nella nota che sarà inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro dell’Università e Ricerca Maria Cristina Messa e al rettore Francesco Priolo – ha chiesto espressamente un «intervento volto a garantire il diritto allo studio delle studentesse e degli studenti provenienti dall’Ucraina, conformemente agli obiettivi statutari e sulla base delle risorse economiche, logistiche e strutturali universitarie".

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“Chiediamo all’Università di Catania di farsi promotore nei confronti di tutte le studentesse e studenti ucraini che oggi non hanno la possibilità di continuare il proprio percorso accademico – ha spiegato Lorenzo Commis, presidente della Consulta degli studenti dell’ateneo, tra i promotori dell’iniziativa insieme con Giuseppe Trovato che ha moderato l’incontro -. La nostra richiesta è di costruire ponti umanitari e culturali che permettano a tutti coloro che ne hanno bisogno di poter venire da noi”. 

Nel corso dell’incontro sono stati analizzati anche gli aspetti geo-politici, economici e delle relazioni internazionali della crisi ucraina. "Dopo la pandemia è scoppiata una guerra che è ben distante da quelle relazioni internazionali che si sono instaurate negli ultimi decenni – ha spiegato Daniela Irrera, docente di Relazioni internazionali -. Nel mondo esistono diversi conflitti in atto, ma in questo caso assistiamo a una invasione basata su tre parole chiave ovvero alla potenza regionale e egemonica della Russia e alla sua sfera di influenza. La Russia sta intervenendo in territori della sua sfera che presentano diversi sistemi politici coinvolgendo le rispettive società civili. E proprio la società civile russa sta reagendo visto che Putin non ha pieno consenso nel suo Paese. È una testimonianza molto importante del ruolo della società civile nei conflitti regionali che coinvolgono la Russia e la sua sfera di influenza".

In collegamento da Mykolaiv, vicino alla Crimea nel sud dell’Ucraina, è intervenuta Anastasia che ha evidenziato "una forte sensazione di limitazione della propria libertà e grande preoccupazione per l’Ucraina e per i paesi vicini visto che la Russia potrebbe invadere altri territori". E, infine, ha ringraziato "gli studenti italiani per il forte interesse mostrato per la situazione ucraina". A conclusione dell’incontro gli studenti e i docenti dell’ateneo hanno esposto nel chiostro del Palazzo centrale dell’Università di Catania una bandiera della pace mostrando ancora una volta la vicinanza al popolo ucraino con un flash mob. Un forte messaggio di pace e di ripudio alla guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti.

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