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Economia

Il reddito di cittadinanza diventa "Mia": importi da 375 a 500 euro per due categorie

Ecco le ipotesi allo studio per la "misura di inclusione attiva", il nuovo sussidio che dovrebbe partire a settembre

Il reddito di cittadinanza cambia pelle e diventa "Mia", acronimo di "misura di inclusione attiva". Il governo Meloni è pronto a varare già quest'anno un nuovo strumento di sostegno al reddito, dopo i sette mesi di proroga accordati ai beneficiari del reddito di cittadinanza con la legge di bilancio 2023. Cambia la durata del nuovo sostegno e ci sarà la divisione in due categorie con quote a scalare: occupabili e famiglie povere senza possibilità di lavorare. Per i primi il tetto massimo del sussidio sarà di 375 euro, mentre per le seconde l'importo base sarà di 500 euro. I testi con le nuove regole scritte dal ministero del Lavoro sono già arrivati a via XX Settembre. Ora una valutazione di massima sulla sostenibilità spetta al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Tra un paio di settimane il nuovo decreto potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri. E la Mia si dovrebbe poter chiedere da settembre 2023. Vediamo cosa sappiamo finora.

I potenziali beneficiari, scrive il Corriere della Sera, in linea con quanto deciso con la manovra, verranno divisi in due platee: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. Le prime sono quelle dove c'è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile. Le seconde quelle dove non ci sono queste situazioni, ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d'età. In sostanza, gli occupabili (stimati in 300mila nuclei monofamiliari più 100mila nuclei con più membri) che beneficiano dell'attuale reddito al massimo per sette mesi nel 2023 e comunque non oltre il 31 dicembre, scaduta la prestazione potranno presentare la domanda per la "Mia". Che però per loro sarà meno generosa e avrà una durata inferiore rispetto al reddito di cittadinanza e anche alla Mia di cui beneficeranno le famiglie senza persone occupabili.

Gli importi del nuovo sussidio "Mia"

La riforma prevede una stretta. Le famiglie povere continueranno a ricevere un sussidio, la Mia appunto, il cui importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come nel reddito. C'è invece ancora discussione sulla quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l'affitto. Il reddito di cittadinanza prevede fino a 280 euro al mese. Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare. Ma la stretta maggiore colpirà gli occupabili. Qui l'ipotesi che ha più chance è quella che vede l'assegno base ridotto a 375 euro.

Anche sui tempi del sostegno è prevista una stretta. Mentre per i poveri tout court la Mia durerà, in prima battuta, fino a 18 mesi (come ora il reddito), per gli occupabili non più di un anno. Ma la proposta del governo dovrebbe recuperare anche l'idea del "decalage" avanzata alcuni mesi fa dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Il nuovo sussidio, in sostanza, non si potrà più chiedere a ripetizione, come il reddito, ottenendo ogni volta altri 18 mesi di assistenza. Per le famiglie senza occupabili, dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia si ridurrà a 12 mesi.

Come accade ora, prima di chiedere nuovamente la prestazione dovrà passare almeno un mese. Per i nuclei con persone occupabili, invece, la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e un'eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo. Insomma, un percorso a esaurimento per spingere il più possibile gli interessati a cercarsi un lavoro.

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