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Domenica, 28 Aprile 2024
L'incontro

"In memoria di Peppino", gli studenti del Galilei incontrano Giovanni Impastato

Nell’ambito delle attività̀ di insegnamento dell’Educazione Civica e di Educazione alla Legalità, lo scorso sabato 21 ottobre, nell'Aula Magna del Liceo Galilei di Catania, si è tenuto un incontro con Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato, icona della lotta alla mafia, assassinato dalla criminalità̀ organizzata nel 1978

Nell’ambito delle attività̀ di insegnamento dell’Educazione Civica e di Educazione alla Legalità, lo scorso sabato 21 ottobre, nell'Aula Magna del Liceo Galilei di Catania, si è tenuto un incontro con Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato, icona della lotta alla mafia, assassinato dalla criminalità̀ organizzata nel 1978.

Dopo essere stato introdotto dalla referente scolastica per la legalità, Daniela Murabito, Giovanni Impastato ha parlato agli studenti presenti della figura del fratello, della sua infanzia maturata con una ideologia antimafia, grazie all’influenza dello zio, ma anche segnata dagli eventi che, a causa di Cosa Nostra, accadevano nella loro famiglia.

Impastato ha spiegato di come le lotte sociali del tempo, ad iniziare proprio dal cambio della strategia mafiosa nel 1960, per la quale la mafia si sposta dalle campagne alle città, abbiano influenzato Peppino che, anche per il suo bagaglio ideologico, ha poi dato vita alla sua "Radio Aut" e alla sua lotta contro la mafia, iniziata ufficialmente quando suo zio, Cesare Manzella, viene fatto saltare in aria da un'autobomba il 26 aprile del 1963 e, alla vista di ciò che rimaneva dell'esplosione, Peppino all’età di 15 anni giurava: “Se questa è mafia, allora io per tutta la vita mi batterò contro.” Promessa che Peppino mantenne fino alla fine, quando morì come suo zio, non da mafioso, ma lottando contro la mafia.

Giovanni Impastato ha poi sollecitato un dibattito con gli studenti riguardo la mafia, il suo rapporto con lo Stato e il concetto di legalità. Le domande dei ragazzi, infatti, hanno portato all'approfondimento del fenomeno mafia, mostro che, in buona sostanza, al giorno d'oggi non è tanto diverso rispetto a quando a denunciarla era Peppino, tramite la rubrica radiofonica "Onda pazza", in cui si occupava, con toni satirici, di parlare senza veli e senza paura di quegli uomini che pensavano di essere invincibili, ma non lo erano. Durante il dibattito Giovanni ha sottolineato, con forza, quanto sia importante l'emancipazione dalle mafie e come essa sia impossibile senza lo studio, senza un bagaglio culturale e le idee chiare, tre cose che possiamo tutte ritrovare nella figura di Peppino Impastato.

"La sua eredità - ha detto - ci indica come sia inutile rinnegare e ripudiare la mafia, perché essa esiste; ciò che dobbiamo fare è invece riconoscerla e combatterla, anche se vuol dire ammettere la sua presenza all'interno dello Stato e intorno a noi, perché, come Giovanni ci ricorda, la mafia non è antistato. Importante, quindi, dedicarsi alla legalità, non quella superficiale, ma quella democratica, costituzionale e antifascista che va oltre e, se necessario, anche "contro le leggi inique".

Giovanni, infine, ha invitato i ragazzi a stare insieme, a non isolarsi e iniziare un percorso in maniera critica e varia nei confronti di ciò che viviamo e di mantenere sempre vivo in noi l'impegno politico, in quanto noi siamo i protagonisti del futuro, futuro che sarà possibile grazie alle nostre battaglie e alle nostre idee. A conclusione dell’incontro, alcuni studenti hanno reso omaggio alla figura di Peppino Impastato attraverso poesie originali, citazioni e, soprattutto, con la lettura di due trascrizioni da Radio Aut, un discorso di Peppino  - in cui pronuncia la fatidica frase “La mafia è una montagna di merda” - e infine il monologo di Salvo Vitale, in cui quest’ultimo annuncia la morte del suo caro amico Peppino.

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