I sindacati preoccupati per il futuro dei lavoratori dell'aeroporto
Rivolgono un appello alla ministra Nunzia Catalfo e ai parlamentari di questo territorio affinché il Governo dia sostegno al comparto
“Fontanarossa non è soltanto l’aeroporto di Catania ma una delle pochissime, grandi, infrastrutture di Sicilia. Oggi, a causa dell’emergenza Coronavirus, è un luogo-simbolo del deserto che avanza mentre milletrecentotredici lavoratrici e lavoratori in Cassa integrazione vedono il proprio futuro a rischio. E la lista si allunga, includendo precari e indotto”. Lo affermano i segretari generali di Uil e Uil Trasporti Catania, Enza Meli e Salvo Bonaventura, assieme al segretario provinciale Uil Trasporto Aereo, Antonio Oranges.
Rivolgono un appello alla ministra Nunzia Catalfo e ai parlamentari di questo territorio affinché il Governo, all’interno delle misure di sostegno al sistema del trasporto aereo nazionale, assicuri particolare attenzione a scali senza alternative di mobilità come il nostro. Gli esponenti sindacali sottolineano, tra i “numeri” della crisi di Fontanarossa, quelli relativi alla paralisi occupazionale da Covid-19. “Attualmente sono in Cassa integrazione 158 dipendenti Sac, 425 Sac Service, 75 Avia Partner, 9 Carboil, 101 Aviation Service e 474 Gh, oltre i 71 della Papalini Spa che assicura i servizi di pulizia e il personale in somministrazione”. Proprio partendo da questi dati, i segretari di Uil e Uil Trasporti dichiarano: “Alla società di gestione chiediamo che acceleri nello scalo i processi di cambiamento imposti dall’emergenza e su questi mantenga un confronto costante con i rappresentanti dei lavoratori. Sollecitiamo infine a tutti, a partire proprio dai soci istituzionali della Sac, che si mobilitino accanto a noi per rivendicare dal Governo risorse adeguate e certe non solo per aiutare le imprese del settore ma anche per irrobustire l’impianto degli ammortizzatori sociali, facendo pure ricorso al finanziamento strutturale del Fondo di Solidarietà del trasporto aereo".