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Cronaca

False borse di studio, denunciati 49 universitari etnei: truffa da 350 mila euro

Quattro dirigenti dell'Ersu sono stati inoltre segnalati alla Corte dei Conti. Gli studenti sono iscritti all'università di Catania

Truffa ai danni dello Stato per oltre 350 mila euro. Protagonisti 86 studenti iscritti all'università di Catania che avrebbero ottenuto, per gli anni accademici dal 2009/2010 ad oggi, ricche borse di studio, rimborsi spese alloggio, premi laurea e altri vantaggi economici 'truccando' le carte della residenza. Quattro dirigenti dell'Ersu sono stati segnalati alla Corte dei Conti mentre 49 studenti dell'ateneo sono stati denunciati alla procura per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso: nel mirino degli investigatori, in particolare, le domande dei vincitori di borsa di studio nella categoria dei cosiddetti "indipendenti"

Gli studenti, in particolare, sono accusati di aver sfruttato una singolare interpretazione della norme a favore della categoria degli studenti-lavoratori.

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IL MECCANISMO ESCOGITATO. Nasce da una differenza di fondo tra la legge nazionale, che concede il beneficio della borsa di studio a chi, da almeno due anni, ha abbandonato il nucleo familiare d'origine dimostrando però di avere un reddito da lavoro dipendente.

IL COMMENTO DEL RETTORE PIGNATARO

A Catania, invece, bastava il semplice cambio di residenza per reclamare la borsa di studio. Cosi' c'era chi variava la residenza presso la seconda casa dei genitori, al mare o in montagna, insieme al nonno pensionato; chi si trasferiva dai nonni insieme ad un cugino o un fratello al fine di ottenere entrambi la borsa di studio; chi già aveva la nonna in casa con i genitori e trasferiva comunque la residenza nella stessa via ma ad un vecchio numero civico nel quale risultava ancora l'anziana signora; chi si trasferiva a centinaia di chilometri dalla sede dell'università per risultare nella famiglia, monoreddito e con tre bambini, della sorella.

Da questi e tanti altri esempi nasce la tesi dell'accusa secondo la quale l'Ersu avrebbe distribuito indebitamente migliaia di euro a studenti non in possesso dei regolari requisiti, sottraendoli ad altri soggetti realmente meritevoli, attraverso un'errata compilazione dei bandi annuali che disciplinano le modalità per partecipare all'assegnazione dei benefici economici: la volontà del legislatore, infatti, va nella direzione di sostenere economicamente lo studente che non ha l'aiuto economico dei genitori e che quindi produce "reddito da lavoro dipendente o assimilati fiscalmente dichiarati, da almeno due anni" (non meno di 6500 euro).

E il concetto di indipendenza economica dello studente come requisito base per essere ammessi ai benefici di legge viene confermato dalla necessità di un avvenuto cambio di residenza rispetto a quello del nucleo familiare d'origine, sempre da due anni.

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