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Cronaca

Parco dell'Etna, Caputo: "Al lavoro su tutti i fronti ma serve un'authority"

Il presidente traccia un primo bilancio del suo mandato tra innovazione - con nuovo sito e app - e problemi atavici come rifiuti e difficoltà burocratiche

Parco dell'Etna tra passato e futuro. Il passato riporta ancora a una mancanza di coordinamento tra i venti Comuni dell'area, alla presenza dei rifiuti nella bellissima area naturale protetta sino ai deficit di comunicazione che non hanno consentito di valorizzare a dovere la "Montagna" e i suoi percorsi. Da qualche mese Carlo Caputo, già sindaco di Belpasso, guida il Parco che veniva da un periodo di reggenza commissariale e sta premendo per cercare di "armonizzare" la risoluzione delle problematiche tra i vari enti preposti alla gestione della vasta area del tesoro naturale.

- Presidente abbiamo una meraviglia naturale che, però, deturpiamo con abbandono di rifiuti, motocross lungo i sentieri e degrado. Che fare?

"La premessa è sempre culturale. La mancanza della cultura ambientale e del rispetto del bene comune porta a questo. Episodi del genere, purtroppo, ci sono sempre stati. Noi stiamo cercando di essere tempestivi per esempio con la rimozione dei rifiuti ma non è sempre facile: infatti occorre individuare quale sia il Comune per l'area di competenza e a chi spettino i controlli del caso. E i Comuni spesso, proprio con la raccolta rifiuti, vivono difficoltà. Per cercare di arginare l'abbandono dei rifiuti abbiamo costituito dei gruppi ad hoc per una perlustrazione, sette giorni su sette, delle strade dell'Etna con un mezzo. Sembra banale ma è un deterrente importante. Un altro passaggio che abbiamo fatto di recente è quello delle fototrappole. Giusto lo scorso venerdì abbiamo elevato tre verbali. Ma il Parco non ha un'unica gestione per il servizio di rifiuti e questo non permette sempre di essere tempestivi poiché occorre coordinarsi tra diversi enti".

- Come si possono superare queste difficoltà? Lei ha spesso parlato di un'authority...

"Esattamente. Auspico la nascita di una struttura che prenda in carico tutte le competenze relative al Parco, ad esempio così avremmo un'authority che avrà un suo servizio di raccolta rifiuti e una catena di operatività veloce e corta. Sinora è mancato questo: un organo che racchiuda tutte le competenze. C'è stata sempre troppa frammentazione tra Comuni, Città Metropolitana e Parco: serve avere dei riferimenti chiari individuando un unico responsabile".

- Tracciando un primo bilancio cosa c'è da ricordare?

"Abbiamo dato seguito alle istanze del territorio che chiedeva una scontistica ad hoc per la funivia e per godere del paesaggio e dell'Etna. Finalmente con una interlocuzione con l'azienda che opera il servizio ci siamo riusciti: abbiamo allargato la scontistica ai paesi della provincia etnea: si trattava di un esercizio di democrazia per i cittadini".

- Sul fronte della promozione del Parco, ma anche dell'Etna in generale, sembriamo ancora indietro. Cosa si sta facendo?

"Intanto abbiamo realizzato due app. Una in lingua dei segni: uno strumento in più per consentire una esperienza di fruizione dei sentieri, quanto più allargata possibile. Un'altra app del Parco consente la visualizzazione della mappa per visualizzare i sentieri e i diversi punti di interesse dando la possibilità di scoprire dove si trovano tutti i rifugi, i punti naturalistici, i punti panoramici, Inoltre vi sono delle schede descrittive dei sentieri e dei punti di interesse per conoscere tutti i dettagli dei luoghi e tenendo il bluethoot acceso si possono ricevere ulteriori informazioni utili quando si raggiungono i circa 90 Beacon posizionati nel Parco. Le nostre risorse per comunicare sono esigue ma un altro step che completeremo a dicembre sarà la presentazione del nuovo sito. Quello attuale è obsoleto e abbiamo previsto un restyling con una nuova veste grafica e più informazioni per i visitatori".

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