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Cronaca

Cgil etnea preoccupata per il “blitz anti abortista e oscurantista nei consultori”

Il riferimento alle organizzazioni pro-vita e anti abortiste, secondo la Cgil, è chiaro. “Il diritto all’aborto in Italia è sotto attacco da tempo e la Sicilia è la regione dove è più alta la presenza di medici obiettori di coscienza"

La Cgil e il coordinamento donne della Cgil di Catania esprimono preoccupazione e giudicano “vergognoso perché sgretola i diritti delle donne e ignora i loro urgenti bisogni nel servizio sanitario pubblico”, l’emendamento al Pnrr sul quale il Governo ha posto la fiducia blindandone il testo. Le dichiarazioni di voto sulla fiducia sono previste martedì e nei prossimi giorni ci sarà il voto finale sul decreto. Anche il sindacato giudica infatti “un vero e proprio blitz oscurantista, “quanto accaduto ieri, cioè l’aver attaccato di fatto la legge 194 garantendo la possibilità che le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possano “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.

Il riferimento alle organizzazioni pro-vita e anti abortiste, secondo la Cgil, è chiaro. “Il diritto all’aborto in Italia è sotto attacco da tempo e la Sicilia è la regione dove è più alta la presenza di medici obiettori di coscienza, in barba a qualunque logica democratica”, dichiara Rosaria Leonardi, segretaria confederale CGIL di Catania, “mentre assistiamo alle scelte di Paesi come la Francia che hanno deciso di tutelare il diritto all’interruzione di gravidanza, garantendolo nella propria Costituzione e dello stesso Parlamento Europeo che ha inserito nella Carta dei Diritti fondamentali, proprio per il diritto all’interruzione di gravidanza, in Italia, il governo sceglie una politica retrograda. Basti pensare al senso di “disumanità” che è contenuto in proposte di leggi precedenti, come quella di far ascoltare il battito del cuore del feto alle madri che si rivolgono ai consultori per affrontare una interruzione volontaria di gravidanza. Questo Governo nazionale pensi, invece, ad assumere il personale necessario a fornire risposte efficienti alle donne, a far sì che i ginecologi obiettori non possano partecipare ai concorsi per i reparti dove si effettua l’ interruzione e a creare occasioni di lavoro per le donne che troppo spesso, si pongono il problema più urgente cioè quello di poter costruire famiglia e figli, tra lavori precari o poveri, carenza di servizi pubblici accessibili tra cui gli asili nido per i quali si stanziano finanziamenti ma solo per creare scatole vuote, e sempre senza un adeguato numero di lavoratori”.

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