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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Cocaina nelle scatole di ananas: si fa luce sull'omicidio di Salvatore Ponzo

Un maxi-sequestro da circa 221 chili di cocaina e 29 persone coinvolte. Tra queste compaiono i nomi dei catanesi Maurizio Ponzo e Salvatore, il figlio, freddato in Costa Rica da alcuni sicari nello scorso maggio

Dalla piazza di Milano al Costa Rica, dallo spaccio di strada alla importazione di cocaina. Un'operazione con la quale la polizia di Stato smantella oggi due organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di stupefacenti ed allo spaccio organizzato di piazza. E lo fa con un maxi-sequestro da circa 221 chili di cocaina ed eseguendo due ordinanze di custodia cautelare tra l'Italia e la Spagna, a carico di 29 persone. Tra queste compaiono i nomi dei catanesi Maurizio Ponzo e Salvatore, il figlio, freddato in Costa Rica da alcuni sicari nello scorso maggio

I calabresi

L’attività investigativa, condotta dalla sezione antidroga della squadra mobile di Milano e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo meneghino, si è sviluppata inizialmente su di un gruppo criminale capeggiato dai fratelli Cilione, Pietro e Giuseppe, originari della provincia di Reggio Calabria, e composta da diversi soggetti (la maggior parte dei quali legati da vincoli di parentela). Un gruppo che gestiva con una struttura di tipo “imprenditoriale” due distinte “piazze di spaccio” di cocaina: in maniera monopolistica il quartiere Bonola di Milano, con diversi punti di smercio della sostanza stupefacente, garantendo ai molteplici consumatori di cocaina un “servizio” ininterrotto dalle ore 10 circa alle ore 24 ed oltre, sette giorni su sette, festivi compresi; la zona adiacente il paese di Robbio, piccolo comune della provincia di Pavia con poco più di 5.000 abitanti.

I catanesi

Dalle piazze di spaccio, attraverso uno dei fornitori, si è giunti all’organizzazione criminale che si occupa dell’importazione di grossissime quantità dal Sud America, che fa capo a due italiani in Spagna, Salvatore Ponzo e Marco Cademartori, titolari della società “Tierra Nuestra Latina”, e ad un terzo italiano, Maurizio Ponzo (padre del primo). Il 27 e 28 marzo 2017, presso il molo Darsena Toscana ovest nell’area portuale di Livorno, l’attività di indagine nei confronti di Ponzo e Cademartori ha consentito di sequestrare, con la collaborazione dell’Ufficio delle Dogane di Livorno, complessivamente 215 chili di cocaina occultati all’interno di alcune casse di ananas contenute in due differenti container.

L'omicidio di Salvatore Ponzo in Costa Rica

Nella giornata del 23 maggio 2017, Salvatore Ponzo è stato ucciso con armi da fuoco nello città di San Josè (Costa Rica) mentre si trovava, insieme alla compagna, nei pressi dell’ambasciata italiana. L’attività investigativa ha consentito di accertare l’organizzazione di almeno altre due importazioni di sostanza stupefacente, di quantitativo imprecisato, di cui una verosimilmente andata a buon fine, dal mese di ottobre 2017 al mesi di marzo 2018. Stando a quanto ricostruito dai media locali, l'uomo sarebbe stato raggiunto da alcuni colpi di pistola sparati da due motociclisti. Testimoni riferiscono di averlo visto uscire dall’ambasciata insieme con una donna e dirigersi verso il furgone della ditta parcheggiato poco distante, quando sono sopraggiunti i due killer a bordo di una moto e hanno fatto fuoco: gli agenti della Judicial Investivation Agency, intervenuti sul posto, avrebbero recuperato almeno 20 bossoli di una pistola calibro 9 mm.

L'arresto in Spagna

L’indagine, in campo internazionale, è stata effettuata con la collaborazione della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e del Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia, che hanno consentito un costante coordinamento con la polizia spagnola. Nei confronti dei due soggetti dimoranti nella città di Barcellona, l’Autorità Giudiziaria ha emesso un Mandato di Arresto Europeo, eseguito contestualmente all’esecuzione delle catture dalla Guardia Civil proprio insieme a personale di questo Ufficio e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga. Nel corso dell’esecuzione della misura cautelare sono state eseguite numerose perquisizioni sia a carico dei destinatari che a persone legate a vario titolo agli stessi.

I Cursoti Milanesi e Santo Tucci

Nella circostanza Santo Tucci, appartenente al gruppo di importatori, persona già detenuta in regime di semi libertà, considerato uno dei vertici del clan catanese dei “Cursoti milanesi” (gravato da precedenti per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, plurimi omicidi, rapina, ricettazione, evasione, violenza privata), è stato trovato in possesso di circa 28 chili di hashish, circa 2 di cocaina, due pistole clandestine, un silenziatore per arma corta e 18 cartucce.

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