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Cronaca

Coltivavano cannabis, due trentenni agli arresti domiciliari

Avevano affittato un terreno mettendo a dimora 284 piante di marijuana

I carabinieri della “Squadra Lupi” del comando provinciale di Catania, hanno arrestato il 37enne Marco Tomasello ed il 36enne Gabriele Fallica, entrambi paternesi. L’attività investigativa che ha dato origine al provvedimento, inizialmente condotta dai Lupi insieme ai colleghi del nucleo radiomobile di Catania, ha consentito nel mese di agosto dello scorso anno l’individuazione di una piantagione di “cannabis indica” nelle campagne di Contrada Rascaporto, nel comune di Paternò. In particolare, un anziano coltivatore aveva affittato ai due una porzione di terreno sito all’interno del proprio fondo agricolo, coltivato ad ulivi ed agrumi, nel quale questi ultimi avevano successivamente realizzato dei filari con l’impianto di 284 piante di canapa indiana, cresciute poi ad un’altezza oscillante tra i 70 ed i 240 cm al momento del sequestro e realizzato un sistema per la loro irrigazione. La piantagione avrebbe prodotto oltre 50 chili di marijuana da rivendere.

L’attività di osservazione svolta dai militari per alcuni giorni, aveva accertato la quotidiana presenza del coltivatore che si recava presso il fondo agricolo per la cura delle proprie piante soprattutto nel pomeriggio insieme a quella dei due arrestati. In unaoccasione erano stati addirittura fermati credendoli dei ladri ed interrogati sul motivo della loro presenza. In questa circostanza avevano fornito inconsapevolmente utili informazioni per le indagini e per la loro stessa identificazione, targa dell’autovettura compresa. L’intervento dei militari all’alba del 2 agosto ha consentito il fermo e l’identificazione all’interno del fondo agricolo dell’anziano agricoltore.Pur riluttante, ma comprendendo il guaio in cui era finito, ha confermato ai carabinieri d’aver affidato in locazione il terreno ai due e d’aver compreso solo a crescita avvenuta che quelle erano piante di cannabis indica, ma di non aver avvisato le forze dell’ordine per paura di ritorsioni. L’esito delle indagini, pertanto, ha spinto l'autorità giudiziaria ad emettere il provvedimento di custodia cautelare ed entrambi sono finiti agli arresti domiciliari.

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