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Cronaca

Crisi del settore edile, i dati di fine anno e le soluzioni di Fillea

Lo segnala il neo segretario generale della Fillea Cgil di Catania, Giovanni Pistorio, insieme al gruppo dirigente del sindacato dei lavoratori edili, che in una nota analizzano lo stato dell'arte del settore edile a Catania, e lanciano anche alcune proposte per il rilancio dell'edilizia

A Catania continua la crisi del settore edile e ciò ci viene confermato dai dati di fine anno che rivelano, ancora una volta, il segno meno sul numero degli occupati e sull’entità complessiva delle retribuzioni erogate. Lo segnala il neo segretario generale della Fillea  Cgil di Catania, Giovanni Pistorio, insieme al gruppo dirigente del sindacato dei lavoratori edili, che in una nota analizzano lo stato dell'arte del settore edile a Catania, e lanciano anche alcune proposte per il rilancio dell'edilizia.

Da fine 2007 a fine 2014, possiamo registrare un preoccupante 28% di aziende in meno. Molte delle aziende presenti, anche se pressoché inattive, non chiudono nella speranza di una eventuale ripartenza. Non a caso, nello stesso periodo preso in considerazione dai dati,  il numero degli addetti si è ridotto del 49%. Sempre nello stesso lasso temporale,  i pochi addetti rimasti lavorano per meno tempo, infatti la massa retributiva è scesa del 57%. Le professioni più legate alla cultura materiale, scalpellini etc. , sembrano quasi  scomparse e l'ìntero settore artigiano legato alla produzione ed alla esecuzione delle attività di recupero edilizio, con qualche eccezione, è sparito del tutto. 

"Peggiore è solo il depauperamento della qualità dell’artigianato che ne consegue, ed il graduale estinguersi di molte attività specifiche della professione che erano tipiche del nostro territorio e che lo caratterizzavano professionalmente e socialmente.  - si legge nella nota- Con queste sono di conseguenza  scomparse intere comunità sociali che nei diversi punti della città si riunivano quotidianamente per socializzare esperienze e conoscenze".

Le occasioni occupazionali che potrebbero derivare da un pronto varo della variante generale del centro storico di Catania, possono a questo punto contribuire ad invertire la tendenza. Aggiungono infatti Pistorio e i dirigenti Fillea : "Potrebbero trovare occupazione  molti lavoratori edili; l’incidenza di manodopera per molti di tali interventi potrebbe superare il 20% del capitale investito, e potrebbero rinascere professioni che stanno estinguendosi (scalpellini, decoratori, stuccatori, restauratori dei tetti in paglia, addetti alle capriate, etc) ,  e con loro, anche antiche abitudini e tradizioni sulle quali è possibile favorire il riconsolidamento della coesione sociale. Catania, patria di tante migrazioni dai comuni dell’entroterra, 
 è stata ricca anche per la ricchezza sociale che è derivata da molte abitudini e frequentazioni che si sono consolidate attorno ad alcuni mestieri.
Naturalmente , bisogna fare in fretta e fare bene. A tal proposito, sempre con lo scopo di qualificare l’intervento ed a sostegno delle autentiche pecularietà, della cultura materiale e delle tradizioni sociali sarebbe importante procedere alla elaborazione del Codice di Pratica. In sostanza è importante che per ogni intervento sia previsto che cosa potere fare e la tecnica da utilizzare (come si deve intervenire su cornicioni, pietra lavica, capriate, intonaci, tinture etc) anche al fine di poter programmare precisi interventi di formazione , riqualificazione ed aggiornamento professionale. Le antiche tradizioni devono tenere in debita considerazione l’utilizzo dei nuovi materiali. Altrettanto importanti sono non solo i tempi di approvazione del Piano, ma anche i tempi necessari per le successive procedure autorizzative locali. Potrebbe essere utile stabilire quindi un protocollo d’azione in maniera tale, per fare un esempio, poter assumere tutti i pareri e concedere tutte le autorizzazioni entro un tempo massimo previsto".

Concludono gli esponenti Fillea Cgil di Catania: "Infine, sarebbe utile poter trovare le risorse per sostenere la trasformazione. La comunità locale potrebbe prendere iniziative per concordare con gli istituti di credito tassi di interesse sostenibili dall’utenza e cercare di concordare con la UE assi di spesa a sostegno del finanziamento pubblico e privato per la ristrutturazione del patrimonio Unesco.In pratica è necessario fare in fretta ponendo le basi affinché le cose possibili possano essere realizzate".

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