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Lunedì, 29 Aprile 2024
La conferenza stampa

Crollo di via Castromarino, quattro anni dopo: i residenti ancora in attesa di giustizia

Alcune delle famiglie coinvolte nel crollo del palazzo in via Castromarino, in concomitanza con i lavori del cantiere per la metropolitana, sono rimaste senza casa e senza risarcimenti

Del palazzo di inizio novecento che ospitava sei appartamenti, distribuiti su tre piani, dopo il disastroso crollo del 20 gennaio del 2020, avvenuto in concomitanza con gli scavi del cantiere della metropolitana, sono rimaste in piedi solo tre abitazioni. Che, nonostante i lavori di consolidamento, rimangono a oggi senza le certificazioni di agibilità e abitabilità. 

Le famiglie degli ex residenti, rimasti improvvisamente senza casa, sono ormai solo due. In attesa di giustizia rimane anche un terzo proprietario, non residente nello stabile.

Il signor Claudio Casella e il signor Pietro Calareso hanno raccontato stamattina ai cronisti, con emozione ancora viva e rabbia mai sopita, il momento in cui si sono ritrovati senza casa e le traversie di questi quattro lunghissimi anni che hanno visto man mano risarciti gli altri inquilini dei palazzi di via Castromarino e via Plebiscito per la perdita dei loro appartamenti. Ma che mai potranno essere indennizzati per lo choc e per i disagi enormi subiti in seguito al collasso delle loro abitazioni.   

L'occasione per fare sentire le ragioni delle famiglie di via Castromarino ancora senza casa è stata una conferenza stampa indetta dai consiglieri comunali Gianina Ciancio e Graziano Bonaccorsi del Movimento Cinque Stelle. 

"Dopo quattro anni queste persone non hanno le autorizzazioni per poter entrare a casa loro perché manca l'abitabilità e l'agibilità. Cosa devono fare, ritrovandosi ora con gli appartamenti vandalizzati?", si chiede il consigliere Bonaccorsi.  "Questa è l'ennesima ferita aperta sul territorio, dal punto di vista urbanistico e anche dal punto di vista del decoro, perchè basta guardarsi intorno per vedere che qui è diventato uno schifo. Il Sindaco conosce bene la questione, perché era assessore all'urbanistica all'epoca, oggi che intenzioni ha?", attacca Bonaccorsi. 

"Qui ci sono persone che hanno investito i loro soldi, i loro progetti di vita su delle case, degli appartamenti che ora non ci sono più o che non possono essere utilizzati. E la risposta del comune non c'è. Ecco, noi siamo qua per dare voce a questi residenti che dopo quattro anni sono stati totalmente dimenticati", rincara Ciancio. 

"Abbiamo, perso la prima casa, abbiamo fatto ricorso in Cassazione che è stato dichiarato illegittimo e poi oltre al danno la beffa, perché oltre alle spese processuali abbiamo dovuto pagare anche un'ammenda di 3mila euro ciascuno", racconta il signor Claudio Casella, pensionato di 68 anni che nella casa di via Castromarino viveva inseme alla moglie Viola, al figlio e alla nuora. "Sa qual è il mio sogno ricorrente? Non soldi, non vendetta, non risarcimento. Mi addormento e sogno che tutto torni come era fino al 19 gennaio di quattro anni fa", conclude il  suo racconto il signor Casella.

Pietro Calareso è un padre di famiglia di 48 anni. Di mestiere fa lo scalpellino, uno dei sempre più rari artigiani capaci di scolpire le basole di pietra lavica. Pietro nella casa di via Castromarino, adesso inagibile, c'è nato e ci ha sempre vissuto, fino al 2020. "Con mia moglie, mio figlio di 7 anni e mia madre siamo finiti per strada. Grazie a un amico siamo stati ospitati in una casa vuota. Era tempo di pandemia ed era impossibile comprare nulla. Sette mesi in sacco a pelo abbiamo dormito. Poi pian piano abbiamo ripreso a vivere. Adesso abitiamo a Gravina di Catania, in affitto. E mio figlio, che è stato sradicato dal quartiere, dalla scuola  e dalle amicizie, non crescerà qui dove sono cresciuto io." 

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